Non prendiamoci in giro, per quanto sconosciuto agli occhi di molti, il cinema scandinavo getta nel mondo audiovisivo sempre delle perle meravigliose, strane e fuori dal comune, quasi sempre maledettamente sottovalutate, e Border – Creature di confine è una di queste.
Non è un horror, non è un fantasy, non è un film di fantascienza. Ciononostante i due protagonisti sono delle creature speciali e anomale.
Border tratta il tema della discriminazione come concetto fuori dal tempo senza sfociare nel banale
Tina (Eva Melander) lavora alla dogana di un porto svedese, il suo viso presenta conformazioni morfologiche più animalesche che umane, ma ha una dote molto particolare: ha la capacità di annusare le emozioni, come il senso di colpa, la paura o la rabbia. Questo talento la rende unica nel suo lavoro, in quanto riconosce senza alcuna difficoltà ladri, trafficanti, spacciatori e riesce addirittura a sgominare una banda di pedofili in trasferta. Vive la sua anormalità in un mondo che la esclude, un fidanzato amorfo che la sfrutta, l’abitudinario incasso di insulti che subisce dai viaggiatori (che già ci fa chiedere nel mondo chi siano i veri mostri), finchè non incontra Vore (Eero Milonoff), un viaggiatore che colpisce Tina non tanto per le fattezze simili alle sue, quanto perché portatore di un odore nuovo, mai sentito prima. Da qui il dubbio di Tina di non essere più un’anomalia, bensì una parte integrante del sistema naturale, semplicemente allontanata dal suo vero habitat.
Ispirato all’omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist (lo stesso autore di Lasciami entrare) e diretto dal regista svedese di origini iraniane Ali Abbasi (Shelley), il film Border si colloca come pilastro di quell’emotività che pone domande a temi molto attuali come la discriminazione, il razzismo o l’alienazione dal mondo come antidoto per non vedere i problemi degli altri (il tutto discusso senza la banalità del benpensare).
Già vincitore di molti premi (tra cui il prestigioso riconoscimento come miglior film in Un Certain Regard a Cannes 2018) e una candidatura agli Oscar come miglior trucco, questo film grottesco e disturbante è già destinato a diventare un cult.
Da oggi Border – Creature di confine, vietato ai minori di 14 anni, viene distribuito in 49 sale cinematografiche italiane, e per quanto ci riguarda, merita di essere visto in nome di tutti quei film scandinavi che non hanno avuto da parte del mondo il riconoscimento che meritano (come Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza di Roy Andersson, o gli innumerevoli capolavori di Ingmar Bergman o Lars Von Trier, per dirne alcuni).
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