Ci sono pochi progetti nella ormai lunga storia dei cinecomics che abbiano avuto uno sviluppo lungo come quello di Black Adam e siano effettivamente arrivati sullo schermo. Per anni e anni tutto ciò che si sapeva su questo film era che il protagonista sarebbe stato Dwayne Johnson e tanto bastava. Questa superstar ha dimostrato una grande persistenza nel promuovere il progetto in ogni modo e ora, finalmente, è arrivato nelle sale. E dopo averlo visto in anteprima, siamo pronti per la nostra recensione di Black Adam, per capire se il risultato giustifichi tutti questi sforzi.
Black Adam parte da un lontano lontano passato…
Questa storia inizia più di cinquemila anni fa, nella città mediorientale di Kahndaq. Qui dopo un periodo di grande prosperità, la popolazione è stata sottomessa da un sovrano crudele, che costringe tutti ai lavori forzati per poter raccogliere il materiale necessario per creare la Corona di Sabbac, un artefatto magico potentissimo. Ma la sofferenza del popolo non resta inascoltata e un Campione dotato di grandi poteri arriverà a sconfiggere il malvagio re.
Nonostante questo anche ai nostri giorni Kahndaq non se la passa benissimo. A controllarla oggi è l’Intergang, un gruppo criminale in cerca proprio della mistica Corona. Come allora, il Campione ritornerà per liberare la popolazione, ma la sua furia non conosce pietà o codici eroici. Per questo la Justice Society dovrà intervenire e porre un freno alla sua brutale vendetta.
Black Adam offre fin dall’inizio un mix ben calibrato tra un passato dal vago sapore fantasy e una modernità con una fantascienza più spinta, che ricorda alcuni classici degli anni ’90 e 2000. Non c’è un richiamo particolarmente esplicito, non ci sono omaggi evidenti. Tuttavia appare chiaro che chi ha lavorato al film ha visto e rivisto questo tipo di pellicole durante lo sviluppo.
Perché la struttura narrativa ricalca in pieno quei progetti, con un recupero di tanti singoli elementi. C’è addirittura la famiglia di improbabili eroi che si trova imprevedibilmente al centro dell’azione, zio simpatico compreso. Nonostante questo però, Black Adam riesce comunque a risultare fresco. Perché al contrario di tanti altri film che si rifanno a determinate tradizioni, il film con Dwayne Johnson ha decisamente cuore.
Un’avventura epica tra ingenuità e passione
In questo film ci sono tante piccole sbavature, è innegabile. Passaggi che inevitabilmente dobbiamo porre sul piatto dei contro sulla nostra bilancia. Che siano scelte narrative molto facili, dettagli non chiariti o semplicemente scene estremamente cliché (la presentazione della Justice Society con la carrellata su ogni membro, per dirne una) ci sarebbe davvero molto da citare. Ma comunque nonostante questo la bilancia pende verso il piatto dei pro.
Black Adam impara la lezione del suo ‘cugino di poteri’ Shazam! e si focalizza su una storia molto precisa, che parte dalle fondamenta. C’è una vicenda di famiglia, di amicizia e di desiderio di libertà di un popolo attraverso i secoli, su cui si innesta poi una riflessione sul colonialismo e soprattutto sul concetto di eroismo. In mezzo, qualche riferimento al resto dell’universo DC per amalgamare il tutto e soprattutto un sacco di pugni.
Così facendo ne esce una pellicola che pur con i suoi difetti è solida e riesce a coinvolgere il suo pubblico. Per quanto la storia possa essere prevedibile, il tono a volte fuori fuoco e certi archi narrativi appena abbozzati, Black Adam sa toccare le corde giuste e farci affezionare ai suoi protagonisti.
In particolare sono due personaggi a spiccare, legati a due ottime performance dei rispettivi interpreti. Stiamo parlando del sorprendente Dottor Fate di Pierce Brosnan, che è la definizione di scene stealer, e naturalmente di Black Adam stesso. Dwayne Johnson si mette alla prova con un personaggio meno vicino alla sua comfort zone di quanto possa sembrare e vince nettamente la sfida. Ci sono voluti anni per realizzare questo sogno e a posteriori possiamo dire che ha fatto bene a crederci fino in fondo.
“La DC riparta da Black Adam“
Questa frase probabilmente spunterà in tanti commenti (quelli positivi, naturalmente) relativi a questo film, così come è comparsa in varie forme per i diversi progetti DC che sono riusciti a convincere. Ecco, questo è un po’ troppo.
Perché sì, Black Adam è un film che si fa volere bene, che regala due ore di intrattenimento pieno, qualche intuizione molto intrigante a livello registico e momenti divertenti per gli appassionati e non, ma non può essere lo standard. I difetti della pellicola ci sono e rimangono. Quel piatto dei contro ha comunque un suo peso, anche se viene superato da quello dei pro, non ci si può accontentare di questo.
Tuttalpiù questo film può essere un primo gradino. Una piattaforma su cui appoggiarsi per costruire qualcosa dalla scala più ampia, che voglia affrontare una sfida maggiore, che cerchi davvero di regalare agli appassionati DC Comics qualcosa che possa essere sul livello di quanto fatto dalla concorrenza in questi ultimi dieci anni. E chissà che ora che Dwayne Johnson è a tutti gli effetti a bordo della nave non possa essere quella spinta trascinante che si aspettava da tempo.