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Gli artisti di BAO Publishing a Lucca Comics & Games 2023

BAO Publishing a organizzato un panel con alcuni dei suoi autori che hanno presentato graphic novel a Lucca Comics & Games 2023, dove non si è parlato tanto delle novità editoriali quando dell’arte di creare fumetti. Flavia Biondi, Jordi Lafebre, Teresa Radice e Stefano Turconi, Eldo Yoshimizu hanno risposte alle domande dei fondatori della casa editrice milanese, Caterina Marietti e Michele Foschini, ma anche a quelle dei fan. Che hanno sfidato la pioggia per parlare dell’arte che c’è dietro a ogni fumetto.

BAO Publishing, gli artisti parlano di felicità e fumetti a Lucca Comics & Games 2023

La prima domanda rivolta al panel di BAO Publishing a Lucca Comics & Games 2023 riguarda un tema complesso ma al tempo stesso importante. Se tutti gli artisti del panel hanno l’opportunità di incontrare i fan e firmare i propri volumi con orgoglio, che cosa li rende felici mentre creano fumetti? Cosa li soddisfa quando li leggono?

Flavia Biondi spiega: “Quando disegno, la cosa che mi rende più felice è avere la possibilità di mettere su carta le cose che mi ronzano sulla testa. Come lettrice, una delle cose che più apprezzo e sentirmi rappresentata in quello che leggo, mi fa sentire parte di qualcosa di più grande”.

Jordi Lafebre dice invece: “Mi rende felice quando le pagine che voglio disegnare lasciano la mia testa, magari dopo mesi o anni, mi fanno capire che sono pronte a vivere da sole – prima sono inerte. Sono il mio primo lettore, quindi mi piace vedere le mie idee prendere vita”.

Teresa Radice, che scrive le sceneggiature che poi disegnare Stefano Turconi, racconta: “Io riempio pagine di appunti di cose che mi ispirano, di pezzi di dialogo e scorci di trama. Poi dopo che ho finito di scrivere il mio lavoro è finito e lo lascio a Stefano, tocca a lui. Ma avere la scrivania piena di libri e fonti di ispirazione mi rende felice. Quando leggo gli altri, mi dico ‘questa cosa l’avrei voluta scrivere io’. Stefano Turconi risponde in un modo che fa capire perché i due lavorano tanto bene insieme: “Non dovendo pensare alla storia, mi piace la parte fisica del lavoro. Scegliere punti, materiali, capire come realizzare su carta – per questo non disegno mai in digitale”.

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Eldo Yoshimizu, che porta l’esperienza da artista contemporaneo e mangaka in Europa, spiega: “La felicità è dare vita ai personaggi, che appena disegnati prendono una vita propria e si muovono da soli”.

Il viaggio dell’artista, dentro e fuori di sé

Quando Caterina Marietti chiede come i viaggi, fisici o mentali, influenzino la creazione delle storie, Radice spiega: “Tanti nostri libri vengono dai nostri viaggi, spesso interiori. Paranoie – mie, non di Stefano, sono io quella che pensa sempre troppo. Quando mi chiedono se questa storia è autobiografia, la realtà è che partono tutte da un viaggio interiore –  a volte quelle che sembrano più fantasiose sono in realtà quelle che più riprendono il mio vissuto”.

Turconi, invece, ha un approccio molto più diretto: Il 90% di quello che faccio è istinto: faccio quello che penso sia giusto per quel personaggio. Il tuo vissuto gioca sempre un ruolo: se dici a venti persone di disegnare una bottiglia, ognuno disegna la sua. Per questo faccio fatica con fantascienza e fantasy”.

Lafebre racconta invece come per lui il viaggio sia sempre accanto ai personaggi che crea. “Ogni tanto esagero, piango con i miei personaggi e devo mettere un po’ di distanza per finire la tavola. Per questo preferisco storie felici: se i personaggi sono contenti, lo sono anche io. L’unica volta che ho scritto un dramma, mi sono sentito malissimo – e mi sono detto che non lo farò mai più”.

Yoshimizu il viaggio lo ha affrontato per scrivere e pubblicare un fumetto in Europa, arrivando dal Giappone. E spiega che ci sono molte differenze: “Ha lavorato con uno sceneggiatore francese, cosa che in Giappone non succede quasi mai. In Giappone sono sempre autore unico. Una differenza importante è il fatto che in Europa si mettono battute molto lunghe nei ballon, qualcosa che in Giappone è raro vedere. La composizione delle tavole e il ritmo sono molto più liberi, mentre gli italiani fanno una narrazione molto più scandita”.

Biondi racconta invece che ha dovuto viaggiare molto, interiormente, per concludere la graphic novel che ha presentato a Lucca. “Ho iniziato a lavorare alla Casa delle Magnolie nel 2018. Avevo un’idea di base che è restata, che parlava di ricordi famigliari – qualcosa di importante per me, che volevo diventasse la storia anche di chi mi legge. Ho interrotto questa storia perché c’era la pandemia, durante la quale è cambiato il modo di parlare della fragilità psicologica delle persone. Quindi, ho potuto raccontarla con più leggerezza, perché ho sentito più consapevolezza sul tema”.

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Il contastorie
  • Radice, Teresa (Autore)

Il panel di BAO Publishing a Lucca Comics & Games 2023: dove nascono le idee

Quando gli chiedono come capisce quale idea trasformare in un romanzo grafico, Lafebre racconta: “Penso a queste storie tutto il tempo, ma la storia che resta nella mia testa per mesi diventa quella che disegnerò. Sono le storie che scelgono me, quelle che non riesco a togliermi dalla testa. Se me la dimentico vuol dire che non era abbastanza importante. Quando sto finendo un libro ho un momento di panico per il futuro, ma molto presto arriva qualche idea che capisco sia quella giusta”.

A Yoshimizu chiedono invece della sua esperienza come artista contemporaneo, della cosiddetta ‘arte maggiore’, anche se tutti i presenti ci tengono a dirlo solo fra virgolette. Spiega: “A differenza dell’arte contemporanea, che ha un pubblico molto ristretto, il fumetto è molto più semplice e può raggiungere un pubblico più ampio, proprio come un film. Questa per me è la parte più divertente”.

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Radice, invece, spiega che per lei l’esigenza di scrivere diventa spesso impellente: “Io più che idee ho bisogni: devono uscire le storie. Lui [Turconi] invece vuole sfide da affrontare. Questi approcci diversi ci aiutano nel confronto, ci lasciano trasportare dalle storie che più ci parlano in questo momento”. Turconi conferma: “Io sono semplice: dico ‘voglio disegnare animali’, ‘voglio disegnare navi’. Poi approfondisco quel tema per disegnarlo al meglio”.

Biondi, invece, spiega che: Più che le idee mi ossessionano le immagini. Mi scatenano emozioni, non vanno via. Per il mio ultimo libro era l’immagine di un cancello, da cui è nato tutto. Fantastico su questo e poi il resto della storia cresce attorno a questo”.

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La casa delle magnolie
  • Editore: Bao Publishing
  • Autore: Flavia Biondi
  • Collana:
  • Formato: Libro rilegato
  • Anno: 2023

Il rapporto con i personaggi e il finale delle storie

Quando dal pubblico chiedono se immaginano mai la vita dei personaggi oltre all’ultima pagina del romanzo graafico, Lafebre spiega: “Ci sono due tipi di storie. Quelle aperte, per cui potresti prendere diverse storie per un personaggio, e quelle chiuse in cui la trama è importante quanto il personaggio in sé. In questo secondo caso, come nella coppia di Nonostante tutto, finisco la storia e penso di avere detto tutto quello che c’era da dire su di loro. Nel primo caso invece, quando la termini, pensi che avresti potuto far muovere in maniera diversa quel personaggio: restano storie, che forse non scriverò mai”.

Biondi, invece, preferisce ‘chiudere i rapporti’ con i propri personaggi: “Io litigo molto con i personaggi che scrivo, ma quando ho finito li lascio andare in pace. Mi lasciano una cartolina della loro vita, magari mi viene in mente qualcos’altro ma meglio così”.

Turconi lascia l’onere a chi legge: “Io penso sia bello lasciare continuare la storia al lettore”, con Radice che si dice d’accordo. Mentre Yoshimizu commenta: “Il personaggio prende vita propria e cresce insieme a me. Non serve sia completo al 100%”.

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Gamma Draconis
  • Simmat, Benoist (Autore)

Il panel di BAO Publishing a Lucca Comics & Games 2023: guardarsi indietro

Quando il pubblico chiede se gli artisti hanno momento epifanici in cui capisco se la storia è quella giusta – oppure se è quella sbaglia – Yoshimizu spiega: “Nel mondo del manga si cerca di debuttare nelle riviste settimanali o periodici, se le cose non vanno bene si cade. Invece, in Europa concedono fino a quattro anni per un libro – per questo ho debuttato in Francia. In Giappone la creazione di un fumetto avviene nel dialogo con un editore, ma io volevo fare tutto da me – anche per questo mi piace scrivere per l’Europa”.

Radice invece spiega: “Non so se ho un momento epifanico: le mie storie nascono per accumulo. Colleziono idee e ispirazioni, fino a quando non sono pronte a diventare storie. Spesso mi getto senza pensare in una storia e a metà mi viene da dire ‘perché l’ho fatto’, ma poi di solito sono le storie migliori”. Turconi scherza: “Io mi dico ‘perché l’ho fatto’ al duecentesimo acquerello, perché avrei fatto prima in altro modo”.

Lafebre si schermisce: “Io forse sembro uno che sa come si scrive un libro, ma in realtà non lo so come si fa. Devo combattere con queste insicurezze tutto il tempo. Ma come diceva David Bowie, se ti senti sicuro nell’ambiente in cui lavori, non lavori nell’ambiente giusto”.

Io sono il loro silenzio
  • Lafebre, Jordi (Autore)

Però sono tutti piuttosto d’accordo su come affrontare le giornate difficili. Turconi dice: “Alla fine è un lavoro – se devi consegnare le tavole, anche se sei triste lavori lo stesso”. Biondi è d’accordo, almeno in parte: “Nel disegnare, se devo consegnare disegno: piuttosto metto in sottofondo Grey’s Anatomy per stare meglio. Se invece devo scrivere, se è una giornata no lascio stare”. Yushimizu preferisce affrontare le difficoltà a viso aperto: “Se ho difficoltà, mi sforzo a disegnare solo quello, mi spremo fino a quando non riesce”.

Il panel ha permesso ai fan di guardare oltre alla copertina dei graphic novel di BAO Publishing, chiedendo direttamente agli artisti come lavorano alle storie che porta a Lucca Comics & Games. E anche se le loro idee migliori le vogliono certo mettere su carta per la prossima storia, hanno dato spunti davvero interessanti.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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