La nostra Samantha Cristoforetti è tornata sulla terra già da un po’, ma le fatiche non sono affatto finite. L’astronauta italiana è infatti impegnata in un Tour che la sta portando, assieme ai suoi colleghi Anton Shkaplerov e Terry Virts, in giro per il paese per una serie di conferenze divulgative sulla missione Futura. Noi abbiamo avuto il piacere di partecipare a quella tenutasi a Bologna nella sede della Bologna Business School.
Samantha ha fermamente sostenuto l’importanza di questa fase divulgativa come parte integrante della missione. D'altronde di cose da raccontare ce ne sono dopo 200 giorni su quella che lei chiama “Avamposto dell’umanità nello spazio”. Quando le è stato domandato se non fosse quasi deludente essere arrivati sulla Luna e poi essersi stabiliti a una così “breve” distanza dalla superficie, ha sottolineato quale incredibile risultato sia stato mantenere una stazione costantemente abitata e attiva per ben 15 anni. La Stazione Spaziale Internazionale non è una missione toccata e fuga, ma il più straordinario laboratorio che l’umanità abbia mai costruito, collaborando, cosa non da poco.
Anche l’Italia ha collaborato, e non poco, a questo progetto: alcuni moduli della ISS sono infatti progettati in Italia, come anche molti dei piccoli satelliti che il team ha lanciato in orbita. Probabilmente anche per questo è stata posta a Samantha e i suoi colleghi una domanda su quali siano le applicazioni pratiche degli esperimenti svolti sulla ISS, e sul perché non si potessero semplicemente effettuare sulla Terra. L’importanza in svariati campi, ma soprattutto in quello medico, della Stazione Spaziale, è data naturalmente dalla presenza di microgravità (attenzione, non si tratta di assenza di gravità!). Esempio lampante è l’esperimento Drain Brain, il quale studia il ritorno del sangue venoso dal cervello al cuore: la ridotta gravità permette di testare meglio questo meccanismo senza interferenze, per poter curare malattie ad esso legate ed evitare rischi per futuri astronauti impegnati in missioni di lunga durata. Un altro esperimento importante riguarda le valvole che riportano il sangue dalle gambe al cuore. Queste valvole esistono per contrastare la gravità, quindi se quest’ultima viene ridotta per un lungo tempo esse si atrofizzano e devono venire riavviate con degli speciali pantaloni (i quali fra l’altro potrebbero applicarsi alla cura di alcune patologie che coinvolgono questo meccanismo).
Samantha ha lavorato a questi esperimenti e tanti altri, dagli studi sull’alimentazione o sui problemi alla vista in microgravità a cose non strettamente mediche, ma a suo dire il periodo più impegnativo è stato quello delle passeggiate spaziali. Ne sono state fatte ben 3 in 8 giorni, nessuna delle quali dall’astronauta italiana, ma in quei giorni lei ha letteralmente avuto la vita dei suoi colleghi nelle proprie mani. D’altronde non si tratta di un impresa facile: tutti gli astronauti sono stati addestrati in una piscina della NASA dentro la quale, a 13 metri di profondità, è contenuta una replica in scala 1:1 della ISS, per preparare gli astronauti all'eventualità di dover fare passeggiate spaziali.
Ovviamente non tutto il tempo all’interno della Stazione Spaziale Internazionale viene passato a fare esperimenti: gli astronauti come tutti hanno bisogno di mangiare, dormire e svagarsi, e le storie di quotidianità nello spazio suscitano sempre grande curiosità.
Il cibo è ovviamente in gran parte essiccato, tuttavia capita di ricevere alimenti freschi quando vengono inviate apparecchiature e rifornimenti alla stazione. L’acqua, naturalmente fondamentale, viene riciclata goccia a goccia, sia dall’urina degli occupanti sia dall’umidità dell’ambiente. È persino possibile farsi un caffè, grazie a Samantha, prima persona a fare un espresso nello spazio, record di cui andare fieri. Anche lo sport è molto importante: per evitare che i muscoli si atrofizzassero troppo Samantha faceva ben due ore di sport al giorno. Nel tempo libero invece? Beh, se avete mai avuto dei coinquilini immaginate come sarebbe vivere assieme a loro in una lattina nello spazio per svariati mesi. Probabilmente non facile, ma per gli astronauti dell’ISS essere flessibili e parlare dei problemi può rendere la vita più semplice (prendiamo nota). Naturalmente è importante passare del tempo assieme. Le festività e i compleanni infatti vengono festeggiati con grande entusiasmo (nello spazio il fumo delle candeline sulla torta formerebbe una palla: ogni scusa è buona per fare degli esperimenti!). A volte però è necessario passare del tempo da soli, magari fotografando il paesaggio, attività che assume tutto un altro significato se la propria casa è dotata di cupola di vetro con vista sulla Terra, la “stanza” dell’ISS preferita di Samantha.
Cosa ci riserva la Cristoforetti per il futuro? Per ora non si sbilancia sulla possibilità di tornare nello spazio, ma conferma che lo vorrebbe assolutamente e spera che l’opportunità ritorni, speranza che non possiamo fare a meno di condividere!