I ricercatori già da tempo ipotizzano che gli esseri umani siano arrivati nelle Americhe passando per l’Asia. Per la prima volta, però, un nuovo studio è riuscito a sequenziare il genoma di un fossile rivenuto nel sud della Cina, confermando l’ipotesi dell’antenato “asiatico” per i Nativi Americani.
Il fossile antenato dei Nativi Americani
La scoperta è stata possibile grazie ad un fossile, un pezzo di cranio, appartenente al Tardo Pleistocene (14mila anni fa). Era stato in realtà rinvenuto più di dieci anni in una caverna nella provincia di Yunnan, ma solo con i moderni strumenti di analisi genetica nucleare e mitocondriale è stato possibile scoprire i suoi segreti.
La donna a cui appartiene l’osso, nominata Megzi Ren, è in realtà molto vicina a noi esseri umani moderni, piuttosto che ad altre specie di ominidi come i Neanderthal o Denisova, nonostante alcune differenze morfologiche. Confrontandolo con altri genomi umani, Megzi Ren ha più in comune con la popolazione cinese del sud che con quella del nord, come prevedibile. Ma, sorprendentemente, ha meno in comune con il resto della popolazione dell’Asia del Sud. Questo fatto suggerisce come quest’ultima fosse in realtà già ben strutturata e diversificata da migliaia di anni.
Passaggio sullo stretto
Il genoma di Megzi Ren è piuttosto collegato all’albero genealico ancestrale delle popolazione native americane, come evidenziato dal DNA mitocondriale, che determina la discendenza materna di una popolazione.
Questo porta conferme alla teoria secondo cui le Americhe abbiamo visto arriva i primi gruppi di esseri umani grazie al passaggio per lo Stretto di Bering. Questa regione, una lingua di mare larga circa 83 chilometri che divide l’attuale Russia dall’Alaska, durante le ere glaciali diventava calpestabile grazie all’emergere di un ponte di terra, detto Beringia.
Ricerche di questo tipo, oltre a darci un’idea più chiara sui nostri antenati, contengono importanti informazioni sul modo in cui noi esseri umani siamo in grado di evolverci in base all’ambiente. Il prossimo passo sarà quindi quello di sequenziare altri fossili dalla stessa zona per ottenere ulteriori conferme e informazioni.