Lucca Comics&Games è alle porte, e naturalmente Comics&Science ci sarà, con un ricco programma pieno di sorprese e di ospiti in grado di saziare la vostra fame di scienza e di rinnovare la vostra curiosità e il vostro senso di meraviglia. Inizieremo giovedì 29, con un incontro con il fisico Fabio Chiarello e l'autore Spartaco Albertarelli, che ci racconteranno il loro gioco Quantum Race, un divertentissimo (sul serio, l'abbiamo provato!) modo per scoprire le bizzarrie del mondo della fisica dei quanti; continueremo venerdì 30, con una chiacchierata con Francesca Riccioni e Silvia Rocchi, autrici de Il Segreto di Majorana, di cui abbiamo già avuto il piacere di parlarvi, e Dario Bressanini, autore di Contro Natura. Sabato 31 sarà la volta della presentazione di una vera chicca, ovvero Albert&Me, il fumetto di Tuono Pettinato che sarà pubblicato nel numero di novembre di Le Scienze. Oltre a Tuono, avremo come ospiti Marco Cattaneo, il direttore della rivista, ed Amedeo Balbi, astrofisico e curatore scientifico del progetto. Concluderemo domenica 1 con un incontro con l'archeologa Eva Ziedan, l'ingegnere informatico Samer al-Aswad e Paolo Comoglio della ONG COSV, che ci mostreranno cosa può fare la scienza per il progetto di pace e di ricostruzione in Siria. Ogni incontro, poi, sarà chiuso con uno speciale "TG Lercio" curato dai geniali autori di Lercio.it.
Nell'attesa della ormai imminente fiera, oggi abbiamo per voi una bella sorpresa: siamo riusciti a mettere le mani su una gustosa anteprima di Albert&Me, il fumetto che, ed è la prima volta, comparirà sul numero di novembre di Le Scienze, un numero speciale, tutto dedicato ad Einstein e alla relatività generale, di cui ricorre addirittura il centenario. Non solo, ma siamo riusciti a metterci in contatto con tutti i protagonisti dell'incontro di sabato, e abbiamo pronta per voi una intervista quadrupla con Tuono Pettinato, Marco Cattaneo, Amedeo Balbi, e Davide Bilancetti, il redattore che ha proposto l'intera operazione.
C&S: Tuono, come autore di fumetti cosa ti ha spinto verso l'idea di utilizzare le tue opere come strumento per la divulgazione scientifica? Quali sono le gioie e le difficoltà di un'operazione del genere?
TP: La mia formazione in ambito scientifico risale ai tempi del liceo; ho frequentato il liceo scientifico, quindi ho un'infarinatura di base nelle materie scientifiche, ma quello che mi è rimasto è una grande curiosità per questi argomenti. Ho avuto poi la fortuna di incontrare persone, come Andrea Plazzi e Francesca Riccioni, che hanno alimentato questa mia curiosità e mi hanno aiutato a trovare la strada per conciliarla con il mio mestiere di fumettista. Le difficoltà maggiori che incontro hanno a che fare con la necessità di sintetizzare in poche vignette dei temi molto densi. Non si riesce mai a dire tutto, va scelto un taglio particolare, ed il rischio di banalizzare è sempre presente. Lo scopo dei miei fumetti, e delle opere di divulgazione, è sempre quello di introdurre il lettore a un tema, incuriosirlo, fornirgli una base propedeutica a letture più complesse ed approfondite, e non è sempre facilissimo.
C&S: Dopo Turing, Galileo e il tempo questa è stata la volta di Einstein, lo scienziato per antonomasia. Quali sono state le sfide del raccontare qualcosa di famigerato come la relatività?
TP: Nuovamente, la sfida maggiore è stata dover sintetizzare! Ho letto il saggio di Rovelli, dell'Adelphi, e già lì ho trovato una quantità di aneddoti incredibili: il difficile non è trovare materiale, ma selezionare le cose più gustose, e dopo averlo fatto, sintetizzarle senza banalizzare nulla. Un'altra grande sfida è stata rendere visivamente dei concetti astratti: il fumetto è un mezzo molto potente proprio in virtù del suo essere un medium grafico, ma questa caratteristica rende anche estremamente difficile rendere certi argomenti in maniera efficace. Nel caso di Albert&Me penso di esserci riuscito, trovando l'espediente della giostra per rappresentare il funzionamento della relatività generale.
C&S: C'è un argomento o uno scienziato su cui vorresti cimentarti prossimamente?
TP: Ciò che dico sempre a Plazzi è che mi fanno disegnare cose astratte, ma io vorrei disegnare scoiattoli! Insomma, vorrei affrontare un tema concreto, per cui poter disegnare qualcosa di reale. Per un Darwin Day di anni fa avevo fatto un fumetto di una decina di pagine su Darwin, e mi piacerebbe tantissimo riprenderlo. Oppure Tesla, magari in modo meno romanzesco e più puntuale. Però dovrei sentire il mio comitato scientifico!
C&S: Marco Cattaneo, Albert&Me è una novità nell'ambito della tua rivista. Cosa ti ha spinto a decidere di incorporare un fumetto all'interno di Le Scienze? E più in generale, quale pensi che sia il valore aggiunto del fumetto come mezzo per la divulgazione scientifica?
MC: Sì, Albert&Me è una novità, a cui in verità pensavamo da anni. Anche se non è propriamente il primo esperimento di Le Scienze in questo senso: per anni abbiamo pubblicato in prima pagina una vignetta di Sidney Harris, famoso cartoonist newyorchese, però è la prima volta in assoluto per una striscia. E forse non è un caso che abbiamo voluto fare questo esperimento in un numero speciale su Einstein, l'icona pop della scienza per eccellenza.
Più in generale, qualche anno fa sono rimasto ammirato dal primo numero di Comics&Science con Leo Ortolani, e ho pensato che il fumetto avrebbe potuto essere uno strumento efficace soprattutto con le giovani generazioni, alleggerendo il peso di una rivista rigorosa e autorevole con qualcosa di meno paludato e che potesse incuriosire un pubblico non solo di non addetti ai lavori, ma che magari poteva avvicinarsi alla scienza attraverso un linguaggio nuovo. È un scommessa, un'altra delle tante che abbiamo fatto in quasi 50 anni di una rivista che nel tempo è cambiata tanto, proprio per adattarsi alle esigenze di un pubblico diverso e di una divulgazione che sta cambiando di conseguenza.
C&S: Albert&Me compare sul numero speciale di Le Scienze dedicato ad Einstein, in occasione dei cento anni della relatività generale, una teoria che ormai ha assunto un'aura leggendaria. Ci aiuti a capire quanto sia stata rivoluzionaria allora, e quanto sia ancora fondamentale oggi?
MC: Già, un'aura leggendaria. Che circonda non solo la teoria, ma anche il suo autore, forse la figura più straordinaria della storia della scienza. La relatività generale è la nostra migliore descrizione della gravità, una delle quattro forze conosciute, e ha permesso di mettere a posto qualche "stranezza" che non tornava con la gravità di Newton. Ma molto di più, ha rivoluzionato la nostra concezione dello spazio e del tempo. E da essa è derivata un'infinità di speculazioni che poi si sono dimostrate vere. Un esempio classico è quello dei buchi neri, a cui nemmeno Einstein all'inizio credeva. Non gli piacevano quelle singolarità che derivavano dalle sue equazioni. Poi ci sono gli aspetti applicativi. Se oggi possiamo usare il GPS con il navigatore della macchina essendo ragionevolmente sicuri di dove siamo e dove andiamo, è anche grazie alla relatività. Poi ci sono problemi ancora aperti, come quello della costante cosmologica che Einstein introdusse per avere un universo stazionario e oggi è rientrata dalla finestra sotto forma di energia oscura che determina l'accelerazione dell'espansione del cosmo. Oppure quello di unificare la relatività e la meccanica quantistica, l'altra grande teoria del XX secolo. Insomma, la relatività ha dato da fare a generazioni di fisici, e li terrà occupati ancora per molti anni a venire.
C&S: Amedeo Balbi, abbiamo indagato spesso su quali siano i vantaggi dell'usare il fumetto come mezzo di divulgazione scientifica. A te vogliamo invece chiedere quali sono le difficoltà, i pericoli, gli svantaggi di un'operazione del genere?
AB: Non vedo svantaggi o pericoli legati in modo specifico alla forma fumetto, se non quelli di qualunque operazione di divulgazione scientifica, ovvero mantenere il rigore dei concetti mentre si cerca di renderli comprensibili a un pubblico di non esperti. Forse la difficoltà ulteriore, nel fumetto, è che chi legge si aspetta un approccio narrativo, vuole leggere una storia che funzioni e non semplicemente una serie di fatti, come invece avviene in un certo tipo di saggistica. Quindi semmai la sfida è espressiva: chi fa un fumetto divulgativo sa che deve funzionare simultaneamente su piani diversi, quello dell’intrattenimento e quello della correttezza scientifica.
C&S: Einstein, protagonista dello speciale di Le Scienze, è stato anche uno dei personaggi fondamentali del tuo Cosmicomic. Quanto, nel mondo della fisica contemporanea, prende ancora le mosse dalle teorie ormai secolari del leggendario scienziato?
AB: Beh, la teoria della relatività generale di Einstein è incredibilmente viva e longeva, se pensiamo che ha un secolo alle spalle. Di fatto, tutto quello che si fa nei campi della fisica che hanno a che fare con i fenomeni che avvengono su scale di distanza molto grandi – quindi l’astrofisica, la cosmologia, ecc. – è ancora completamente fondato sul lavoro di Einstein. Non solo, ma ci sono ancora aspetti che sono oggetto di indagine attiva, per esempio le onde gravitazionali, previste dalla teoria ma non ancora osservate direttamente. Naturalmente, sappiamo anche che esistono aspetti della teoria che dovranno essere superati, perché non si sposano bene con l’altra grande teoria della fisica moderna, la meccanica quantistica. Ma non sappiamo ancora di preciso quali siano e come farlo. Insomma, per il momento la relatività generale si difende ancora benissimo!
C&S: Davide Bilancetti, in qualche modo sei tu l'uomo da ringraziare se oggi abbiamo il fumetto di Tuono su Le Scienze. Ci vuoi raccontare com'è andata?
DB: Non credo di essere l'uomo da ringraziare, sono anni che credo che qualcosa del genere sarebbe successa prima o poi, io ho semplicemente cercato di affrettare i tempi con i mezzi che avevo a disposizione. La cosa è nata in redazione a Le Scienze, dove ho lavorato come stagista dopo il master in comunicazione della scienza. Il direttore (Marco Cattaneo), che conosceva la mia tesi di master, mi ha detto di essere interessato a portare in qualche modo i fumetti su Le Scienze, così mi ha chiesto di pensare a qualcosa e a qualcuno. Il mio pensiero a quel punto è andato in maniera abbastanza diretta verso il gruppo di Comics&Science. Avendo già collaborato con Andrea Plazzi e Roberto Natalini (che è stato il mio relatore esterno) per la mia tesi sulla comunicazione scientifica attraverso i fumetti, e avendo avuto modo di conoscere per l'occasione sia Amedeo Balbi che Tuono Pettinato, ho pensato fossero le persone adatte da contattare per realizzare un fumetto per Le Scienze.
Dopo l'ok del direttore, e correndo contro il tempo e i mille impegni, ecco "Albert&Me", che segnerà l'esordio dei fumetti su Le Scienze che, fa sempre bene ricordarlo, è l'edizione italiana di Scientific American, una delle più antiche e prestigiose riviste di divulgazione scientifica arrivata quest'estate ai suoi 170 anni.
C&S: Il fumetto sta ritagliandosi un ruolo sempre più di primo piano nel variegato universo della divulgazione scientifica. Quali pensi siano i vantaggi dell'affidare un compito così delicato alle "nuvole parlanti"?
DB: Fare divulgazione scientifica attraverso i fumetti è una scelta che, tra alti e bassi, va avanti sin dagli anni '50 con l'idea di avvicinare il pubblico al mondo della scienza. Negli Stati Uniti a quei tempi la General Electric (una delle più grandi compagnie del mondo) decise di pubblicare dei fumetti di divulgazione scientifica per avvicinare i ragazzi, gli scienziati del futuro, alla scienza.
Sebbene quella della G.E. fu un'iniziativa aziendale (da cui si sperava di trarre vantaggio in futuro), il discorso oggi rimane pressoché invariato. Ha senso affidarsi a questo mezzo per divulgare la scienza perché i fumetti riescono ad arrivare al lettore in maniera, di solito, più diretta del solo testo o della sola immagine. Un bravo artista può spiegare in poche vignette un concetto complicato. È questa la vera forza dei fumetti. I fumetti che parlano di scienza non devono avere la pretesa di "insegnare", la didattica è lontana anni luce dallo spirito del fumetto, al contrario devono rendere attraente un argomento, così da incuriosire il lettore che, successivamente, potrà approfondire meglio l'argomento se lo riterrà opportuno.
Le vignette che hanno fatto da intercalare a questo mastodontico ma, speriamo, interessante articolo, sono tratte da Albert&Me, pubblicato nel numero di novembre di Le Scienze, che naturalmente vi consigliamo!
Testi di Gabriele Bianchi (OrgoglioNerd)
Fumetto di Tuono Pettinato
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