Oggi è una ricorrenza importante nel mondo della scienza e della tecnologia, una data che Comics&Science non poteva davvero lasciarsi sfuggire: oggi, duecento anni fa, nasceva a Londra Ada Lovelace, una matematica di primissimo ordine, ricordata dalla storia come prima programmatrice di computer del mondo. E visto che stiamo parlando della prima metà dell'Ottocento, il primato è ancora più notevole!
Due parole sulla sua vita: Ada assume il cognome Lovelace dopo il matrimonio con William King, conte di Lovelace, ma nasce Augusta Byron, l'unica figlia (perlomeno, l'unica figlia riconosciuta) di Lord Byron, il quale dopo pochissimo dalla sua nascita, abbandonò l'Inghilterra e la sua famiglia. Sua madre, Anne Milbanke, nutriva risentimento verso il marito, tanto da istigare la figlia contro il padre in diverse occasioni, e da fare di tutto per tenerla lontana dalle lettere e dalla poesia, temendo che Ada decidesse di seguire le orme dell'illustre poeta.
Fu così che l'istruzione di Ada fu curata dai più grandi luminari nell'ambito della matematica, della logica e dell'analisi, e fu anche così che la giovane e, a detta dei suoi tutori, talentuosissima ragazza si guadagnò l'ingresso in circoli riservati e ricevimenti prestigiosi, dove conobbe, fra gli altri, il matematico e inventore Charles Babbage.
Babbage fu uno dei primi uomini a muovere dei passi in quella che oggi chiameremmo informatica, ovvero la progettazione e costruzione di calcolatori, macchine in grado di compiere operazioni matematiche complesse. Due furono i suoi progetti importanti: la macchina differenziale, ideata per compiere operazioni sui polinomi, finanziata dal governo britannico e di cui fu realizzato un prototipo, e la ben più ambiziosa macchina analitica, ovvero una macchina in grado di compiere calcoli di ogni genere, in maniera del tutto automatica. Stiamo parlando a tutti gli effetti del primo prototipo di computer, e siamo solo nel 1833!
La macchina analitica non fu mai realizzata, perché il governo sospese i finanziamenti. Tuttavia è una protagonista della nostra storia: Ada Lovelace conobbe Charles Babbage, e attraverso una fitta corrispondenza e diversi incontri familiarizzò con il suo lavoro e i due iniziarono a collaborare al progetto della macchina analitica. Ada, pare, capì con grande lucidità le potenzialità del "computer" di Babbage, tanto da descriverlo come vera e propria macchina programmabile, bruciando le tappe su concetti come software, programmazione informatica e addirittura intelligenza artificiale.
Nel 1842 Babbage tenne una conferenza sulla sua invenzione all'Università di Torino e uno degli uditori, un italiano di nome Luigi Menabrea, scrisse e pubblicò un libretto di articoli e appunti riguardanti la conferenza di Babbage e la sua macchina analitica. Ada Lovelace tradusse quest'opera in inglese su richiesta del suo mentore, e confrontandosi con lui e con lo stesso Menabrea aggiunse una quantità di note e commenti agli articoli. In una di queste note, mentre viene illustrato come la macchina fosse appunto uno strumento totalmente programmabile, si può trovare un esempio di algoritmo che avrebbe permesso alla macchina di calcolare i numeri di Bernoulli.
Charles Babbage aveva inventato il primo computer; Ada Lovelace, che Babbage soprannominava “l'Incantatrice dei Numeri”, aveva scritto il primo programma informatico della storia.
Ve ne abbiamo già parlato, ma dato il tema, ve lo ricordiamo: in questi giorni, per commemorare il duecentenario di Ada Lovelace e tramite lei trattare il tema della tecnologia “in rosa”, si sta svolgendo la rassegna STEMpink, un ciclo di incontri organizzato dall'Università di Pisa con ospiti assolutamente d'eccezione: parliamo di due mostri sacri della fantascienza come Bruce Sterling e Paul Di Filippo, storici dell'informatica come Dorow Swade e Silvio Hénin e fumettisti come Sidney Padua, autrice del geniale ed esilarante The thrilling adventures of Lovelace and Babbage, con cui orniamo questo articolo.
Testi di Gabriele Bianchi (OrgoglioNerd)