Più di un mese fa ci sono state le elezioni. Ok, chi se ne frega. Tema antinerd. Oppure no?
Caso 1: Ragazza diciannovenne prende la scheda per votare, entra in cabina, ci resta qualche secondo ed esce.“Per votare, devo mettere una X su chi voglio o delle X su chi non voglio?”. Benedetta generazione dei reality.
Caso 2: Signora anziana ma non troppo, si presenta con due tessere elettorali. Una sua e una del marito: “Mio marito è a casa e ha una ferita su un occhio, io voto per tutti e due”. “Cara signora, non si può, c’è un seggio apposito, definito ‘seggio volante’, che può recarsi a casa sua e far votare suo marito. Signora: “Eeeee, non c’incazziamo”. E sparisce, senza votare.
Caso 3: Signore di mezza età entra in cabina e dopo poco sbuca con la testa: “Ho sbagliato, me ne dà un’altra?”. Certo, le do anche il bianchetto se vuole far prima…
Caso 4: Giovane signora chiede di votare, ma non vuole votare. Vuole che venga messo a verbale che lei non vuole votare e non ritira le schede perché non vuole siano attribuite alla maggioranza (!). Però vuole il timbro sulla sua tessera elettorale anche se non ha votato. Ma virtualmente ha votato: ha scelto di non votare.
Caso 5: Signora va a votare con la tessera elettorale della cugina omonima. “Signora, questa è la tessera di un’altra persona”. “Ah! Mia cugina! Ci chiamiamo uguale, anche di cognome. Si vede che lei ha la mia tessera”. Eh.
Caso 6: Signore prende le schede, le apre sul tavolo accanto al presidente di seggio e pensa di poter votare così, davanti a tutti. Presidente di seggio: “Signore, deve accomodarsi nella cabina elettorale”. Il signore si dirige verso la cabina e cerca di aprire la porta. Cioè, quella che lui pensa sia una porta, la parete della cabina… “Basta girarci attorno, non è chiusa…”.
Caso 7: Signore anziano anzianissimo accompagnato dalla figlia che però deve rimanere fuori dalla cabina perché non ha il certificato di accompagnamento. Signore urlante dalla cabina: “Cosa devo votareee?”. Figlia fuori dalla cabina: “Quello rosso, papà! Quello rosso”. Il voto è segreto, basta indossare cuffie da poligono di tiro.
E poi ci sono le operazioni di spoglio delle schede. E trovi perle quali: “Fate shifo tuti quati”. “Basta soldi”. “W la figa”. “Forza Milan”. “Siete tutti ladri” e via discorrendo. Però c’è anche chi va a votare alle sette del mattino, per essere il primo. Chi vota in 4 secondi netti (forse non apre nemmeno la scheda). Chi va a votare anche se ha 98 anni, vede poco e cammina peggio. Chi dice: “Tanto è inutile ma non si sa mai”. Ragazzi, che dire? Il mondo è bello perché è vario e a osservare chi lo abita non ci si stanca mai.
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Caso 4: era lecito. Esiste una circolare del ministero degli interni che impone al presidente del seggio di far mettere a verbale il rifiuto della scheda elettorale, con tanto di motivazione addotta dal rifiutante, ed ovviamente la tessera viene timbrata lo stesso. In genere è considerato un atto di protesta perché significa che quella persona si è recata a votare ma non ha trovato sulla scheda neanche un nome/simbolo che la rappresentasse.
Testo della circolare: http://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2013/02/circolare19_2013.pdf
Conosco bene la legislatura in materia perché anche io volevo fare così, poi mi sono detto che avrei soltanto perso tempo e sarei stato un caso su un milione.
Riguardo invece la proposta dell’idoneità al voto, è una bestialità. C’è il rischio che l’idoneità, col tempo, diventi più che altro un modo per controllare il voto. Si inizia con l’insegnare come si mette la X e si finisce con l’insegnare qual è il partito cattivo e quale quello buono. Basterebbe che il presidente del seggio o qualcun altro nella stanza desse due info del tipo “vada là dietro, metta una x sul simbolo del partito, richiuda la scheda e torni qui”.
Quello che mi preoccupa di più è il processo decisionale che porta alla scelta di votare l’uno o l’altro partito. Spesso c’è dietro una grandissima ignoranza in materia di economia e giurisprudenza, due materie importantissime ma che non ti insegnano a scuola perché ti renderebbero troppo cosciente delle nefandezze che commettono i politici e ancor di più di quelle che dicono in campagna elettorale.
Come sempre, insomma, il modo migliore per sistemare la società è il sapere. Chi dice che la politica non sia adatta ai nerd? u.u
Sarà, però in tutta onestà la regola che vige ora, che si basa sul discrimine dell’età, è platealmente insufficiente. Voglio dire, conosco una marea di under 18 perfettamente equipaggiati per votare e altrettanti over 40 che non lo sono per nulla, e immagino di non dire niente di sorprendente. Anche questo è un modo per definire “idoneità”: se sei maggiorenne, si dà che sei idoneo al voto. Insomma, il principio dell’idoneità già esiste, ma attualmente si basa su criteri che non reggono. E allora come si fa? Non lo so, ma Luigi ha evidentemente ragione ad esprimere i suoi dubbi. Siamo in un paese dove non si fa educazione civica a scuola, mentre ce ne sarebbe bisogno veramente un sacco: se chi finisce la scuola dell’obbligo ha compiuto un percorso serio di educazione civica, allora forse l’idea della maggiore età (che più o meno coincide col termine delle superiori) può avere un minimo di senso. Ora come ora è tristemente chiaro che non è così.