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Vivi e Vegeta: Odio di Palma, il ritorno del noir vegetariano

Il volume conclusivo della serie che parla di piante, ma anche di noi

È dal Napoli Comicon dello scorso anno, quando abbiamo chiacchierato con Stefano Simeone e Francesco Savino, che stiamo fremendo nell’attesa del secondo episodio del loro Vivi e Vegeta. Finalmente i nostri fiorellini imbruttiti preferiti sono ritornati in una nuova avventura, Vivi e Vegeta: Odio di Palma, edito nuovamente da BAO Publishing, e in uscita oggi in libreria.
Vivi e Vegeta, il fumetto più green del mondo
Nel mondo di Vivi e Vegeta le piante si sono rifugiate in un regno tutto loro, per sfuggire agli umani brutti e cattivi. Ma non stanno semplicemente lì, a vegetare. Tutt’altro: si menano fortissimo, fra tradimenti, complotti governativi, e storie personali struggenti. Insomma, vivono in una società organizzata e posseggono tutto lo spettro delle emozioni umane, raccontate in modo davvero intelligente e originale dai disegni di Stefano Simeone, dove i petali diventano capelli, le foglie baffi, le spine barba ispida e trasandata.
Nel primo volume Carl, un cactus del deserto, intraprende un viaggio alla ricerca della sua ragazza, una pianta grassa, scomparsa. Il suo viaggio lo porterà nella città dei fiori, dove le piante non sono le benvenute, per via di una scissione risalente a molto tempo prima. Carl riesce però a conquistare la loro fiducia, e a portare una collaborazione fra questi due mondi nemici giurati, ma vittime di una stessa minaccia. Si scopre infatti che la sparizione della pianta del cuore di Carl è solo la punta di una lattuga iceberg molto più grande e, nel risolvere la situazione, Carl diventa una specie di eroe nazionale.
Ora, a dieci anni dagli eventi del primo volume, molte cose sono cambiate nel mondo delle piante. Un particolare tipo di vegetale sta chiedendo asilo sempre più frequentemente in questa oasi di pace lontana dagli umani. Una pianta molto odiata, che gli umani evitano più di ogni altra e additano come la causa di tutti i mali per via del suo olio: la palma.
Ma le palme non sono ben volute nemmeno da molte delle altre piante. Relegate in un quartiere lasciato all’abbandono, si trovano inoltre ad essere vittime dell’odio di Salvius, il capo del partito dei sempreverdi, che le addita come clandestini invasori, e promette di restituire “il distretto delle piante alle piante”. In questo clima di odio e tensione sociale una nuova minaccia insorgerà ad unire ancora una volta piante, fiori, ortaggi e persino le palme. Ci sarà, forse, di nuovo bisogno di un eroe.
Attraverso quelli che ai nostri occhi sono gli esseri viventi più neutrali possibili, già nel primo episodio Savino e Simeone avevano raccontato, in una storia straordinariamente in bilico fra il comico e il noir, la meravigliosa varietà umana, smorzandone il sapore pungente con giochi di parole sulle piante e battute sulla cucina vegetariana.
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In questo secondo episodio riescono, ora come allora, in questo intento, ma si spingono più in là. Scherzando sulla smania anti olio di palma, che ha invaso le nostre tavole e i gli scaffali dei supermercati qualche mese fa condizionandoci oltre il ragionevole, un argomento leggero che è stato fonte infinita di meme, si arriva ad una critica alla situazione politica del nostro paese. Una critica non particolarmente velata, non di quelle che dopo dieci minuti dici “oooh, era tutta una metafora”. Bensì una critica che fa ridere e pensare, assieme, da subito. Dai baffi fogliosi di Salvius, e dai suoi slogan un po’ troppo familiari.
Vivi e Vegeta: odio di palma parla della paura del diverso, di quanto è facile istigare le persone se si trova un nemico comune sul quale addossare tutte le colpe, e di quanto potenti si possa diventare se si riesce in questa manovra. Ma è anche una storia di lutto, di senso di colpa, di amicizia e di redenzione.
I personaggi sono molti di quelli già conosciuti nell’episodio uno, ma non è necessario averlo letto (o ricordarselo) per godersi le storie contenute in questo secondo episodio.
Le storie, al plurale, perché dopo la storia principale il volume è arricchito da alcuni racconti extra sempre ambientati nel medesimo mondo, una sorta di spin-off a cura di Savino, Simeone, La Tram e Sara Bottaini. Un modo interessante per esplorare trasversalmente l’universo narrativo di Vivi e Vegeta, costruito con ogni cura nelle menti degli autori e esplorato solo in minima parte in questi due volumi.
Mentre noi aspettiamo con altrettanto entusiasmo di leggere un continuo, voi potete recuperare questa serie in libreria o sul sito di BAO Publishing. Tranquilli, è senza olio di palma.

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Giada Rossi

Laureata in Astronomia, aspirante Astrofisica. Curiosa di natura. Scrivo soprattutto di scienza, ma preferisco parlare di cani buffi.

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