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Gemini Man: un esperimento riuscito a metà | Recensione

Parliamo del nuovo film di Ang Lee, in uscita oggi nelle sale italiane

Debutta oggi nelle sale italiane Gemini Man, nuovo film di Ang Lee che vede Will Smith come protagonista in un affascinante doppio ruolo. C’era molta curiosità riguardo a questa pellicola, sia per la presenza dell’attore in una parte puramente action, sia per le nuove tecnologie applicate nella sua realizzazione. Com’è andata? Scopriamolo insieme nella nostra recensione di Gemini Man.

Di cosa parla Gemini Man?

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Al centro di questo film abbiamo Henry Brogan. Si tratta di uno dei più talentuosi killer del Governo americano, capace di colpire da distanze impossibili con una precisione estrema bersagli che mettono in pericolo la sicurezza nazionale. Negli anni ha accumulato un ‘curriculum’ impressionante, sventando possibili catastrofi mondiali. Ora però inizia però a sentire il peso dell’età (e dei sensi di colpa) e dopo un’ultima missione al di sotto dei suoi standard decide che è l’ora di andare in pensione.

Tuttavia l’organizzazione governativa per cui lavorava non è particolarmente d’accordo. Viene quindi messo sotto il controllo dell’agente Danny Zakarweski, ma non è tutto. Quando infatti l’ex-killer scopre una terribile verità sulla sua ultima missione, l’agenzia deciderà di ucciderlo, insieme a tutti i suoi alleati. Inizia così una fuga rocambolesca, alla scoperta dei segreti di GEMINI, con alle calcagna un assassino eccezionale, che ricorda moltissimo Henry da giovane…

In Gemini Man assistiamo alla rielaborazione di due concetti già esplorati in passato (il killer che desidera ritirarsi e la clonazione) in un mix nuovo e originale. La trama è ovviamente piuttosto complessa e articolata, com’è facile immaginare per un film di questo genere e, sebbene alcuni colpi di scena possano apparire piuttosto prevedibili per parte del pubblico, ce ne sono alcuni capaci di lasciare a bocca aperta.

La parte più interessante da questo punto di vista è l’approccio ai temi, visti da una prospettiva nuova. In particolare colpisce la scelta di focalizzarsi molto sul rapporto padre-figlio e sarebbe stato utile un maggiore approfondimento in questo senso.

La spettacolarità tecnologica di Gemini Man

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Non si può parlare di Gemini Man senza citare il 3D+ HFR. Si tratta di una tecnologia di proiezione stereoscopica ad altissima frequenza di frame, che è uno degli aspetti che più ha incuriosito appassionati e professionisti nei mesi precedenti l’uscita del film.

Questa tecnologia presenta indubbiamente dei grandissimi pregi, a partire dall’effetto tridimensionale che viene enormemente potenziato rispetto a quanto visto normalmente. L’alta frequenza di frame rende tutto ancora più fluido ed è senza dubbio un grande spettacolo per gli occhi. Unito all’occhio eccezionale di Ang Lee permette di creare scene d’azione ad altissimo tasso di adrenalina e divertimento.

D’altro canto però sembra piuttosto evidente come ci sia ancora un po’ di lavoro da fare per poter sfruttare questo strumento al meglio. Forse non tanto da un punto di vista strettamente tecnologico, ma più dal punto di vista dello spettatore e della produzione. Se determinate sequenze infatti hanno guadagnato tantissimo da questa tecnologia, in altre questa grande concretezza è un freno. In alcuni momenti l’azione sembra perdere di concretezza, come se improvvisamente fossimo pienamente consapevoli del fatto che stiamo assistendo a una coreografia (probabilmente anche perché siamo ancora poco abituati a questa innovazione).

Assolutamente impressionante invece il lavoro di CGI necessario per portare sullo schermo Junior. Vedere Will Smith faccia a faccia con sé stesso è impressionante, ovviamente anche grazie all’ottima performance dell’attore. Unito al buon sostegno di Mary Elizabeth Winstead e Benedict Wong e alla sopracitata abilità di Ang Lee nelle scene d’azione, Gemini Man riesce a creare momenti davvero interessanti.

Pareri finali

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Quello che manca a Gemini Man è però una vera e propria iniezione di carisma. Come detto, ci sono tantissimi spunti affascinanti sia in come sceglie di affrontare determinati argomenti, sia dal punto di vista di regia e recitazione, sia ovviamente dal lato tecnologico. L’amalgama finale però non riesce ad avere quella marcia in più che lasci lo spettatore davvero soddisfatto. Nel complesso è una pellicola che saprà divertire il proprio pubblico ma che difficilmente riuscirà a ritagliarsi un posto di rilievo nel suo genere.

Qualora fosse possibile, comunque, consigliamo di vedere questa pellicola in 3D+ HFR. Sebbene non sia perfetta, è una tecnologia che vale assolutamente la pena di provare in prima persona, che ha il potenziale di lasciare un’impronta importante nel futuro degli action cinematografici.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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