Le W.I.T.C.H. sono tornate! A vent’anni dal loro esordio, le cinque streghe adolescenti che hanno conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo si presentano in una nuova veste, più moderna e vicina alla realtà di oggi. Il fumetto, nato nel 2001 da un’idea di Elisabetta Gnone e realizzato da Alessandro Barbucci, Barbara Canepa e Francesco Artibani ha avuto un successo planetario, diventando una delle serie più amate e seguite del panorama Disney.
Ora, Giunti Editore propone un reboot, una graphic novel intitolata W.I.T.C.H. – Il cuore dell’amicizia, scritta da Alessandro Ferrari e disegnata da Giulia Adragna. In questo volume, le protagoniste Will, Irma, Taranee, Cornelia, Hay Lin, insieme ad Elyon, devono affrontare una misteriosa minaccia proveniente da un altro mondo, scoprendo che solo insieme possono salvare il mondo, perché la magia è più potente se condivisa.
Il nuovo capitolo della saga di W.I.T.C.H., in libreria dal 4 ottobre, è un nuovo prodotto editoriale che riflette la società del nostro tempo con un pizzico di mistero, magia e avventura. Le personalità, l’identità, la moda, i dispositivi tecnologici e lo stile di vita sono stati rinnovati per rappresentare una realtà più moderna e diversificata. Il fulcro della storia resta l’amicizia e l’importanza di superare le prove quotidiane della vita di un’età tanto bella, quanto ricca di complessità e sfaccettature come l’adolescenza.
W.I.T.C.H. – Il cuore dell’amicizia: la nostra intervista a Giulia Adragna
Per saperne di più su questo progetto abbiamo intervistato la disegnatrice Giulia Adragna, che ci ha raccontato il suo rapporto con le W.I.T.C.H. e con il fumetto in generale. Giulia è una giovane e talentuosa artista, appassionata di manga e di animazione. Vive a Palermo e dal 2022 lavora per Disney come disegnatrice.
Ha disegnato la serie di Complots à Versailles per Jungle Ed. e gli adattamenti a fumetti di Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir. Insegna manga e strategie di autoproduzione alla Scuola del Fumetto di Palermo. Con il suo stile fresco e contemporaneo, ha saputo dare vita alla storia scritta da Ferrari, rispettando lo spirito originale delle W.I.T.C.H. ma aggiornandolo ai gusti e alle aspettative dei lettori di oggi. I suoi idoli sono Ranma, Lara Croft, Emma Woodhouse e i BTS. Ma di questo ne parliamo nell’intervista. Ecco cosa ci ha detto.
Quando hai cominciato a disegnare? Qual è la tecnica che preferisci?
“Ho sempre disegnato e sono stata anche una grande lettrice di fumetti fin da quando sono piccola, perché ne abbiamo avuti tanti in casa. Mio padre li ha sempre letti, il medium fumetti era la normalità nella nostra libreria. C’è stato un momento intorno alle scuole medie e al liceo in cui ho cominciato a riflettere proprio sul fatto che mi piacevano i fumetti. Disegnavo soprattutto i personaggi. Poi dopo il liceo mi sarebbe piaciuto iscrivermi in una scuola di fumetto ma non l’ho fatto perché non c’era ancora nella mia città – io sono di Palermo – quindi mi sono iscritta all’università.
“Poi quando ha finalmente aperto la scuola di fumetto ho cominciato a frequentarla. In seguito ho cominciato a lavorare mentre ero ancora una studentessa. Ho fatto un po’ di tutto: sono partita come colorista, come illustratrice per l’infanzia, poi sono passata al fumetto a 360° per Panini, poi nel frattempo ho fatto anche altro.
“Ho intervallato colorazione e illustrazione per Fabbri, per Giunti, poi ho lavorato anche con la Francia con Jungle, solo disegnatrice, e ultimamente sto lavorando a W.I.T.C.H..
“Lavoro 100% in digitale: è proprio quello che mi piace fare da sempre, ovviamente durante la scuola abbiamo sperimentato varie tecniche, però io mi sento a mio agio con il digitale, con la colorazione digitale, ma generalmente il lavoro di bozze e layout lo faccio sull’iPad perché è comodo per andare in giro, e poi aiuta anche ad avere una freschezza nel tratto che mi serve nelle bozze. Poi passo alla tavoletta grafica, al PC per fare la fare la parte di pulizia del disegno o per colorare”.
Lavori in digitale ma leggi anche in digitale?
“In realtà no, anche se mi piace molto il fumetto digitale, però preferisco sempre il cartaceo perché sono una di quelle che hanno un poco il feticcio della carta stampata”.
Qual è il primo fumetto che hai letto?
“Penso sia stato Cip e Ciop, o forse Tiramolla, o Topolino”.
Quali sono i tuoi riferimenti nel fumetto? Che lettrice sei? Sei una lettrice appassionata?
“Rispetto a prima leggo un po’ di meno, tendo a essere un poco più selettiva. Io ho letto sempre di tutto, ad esempio tra i miei preferiti di Bonelli c’è Jonathan Steele, anche Dampyr, però sicuramente quello che leggevo e che leggo tutt’ora di più sono i manga, come Ranma, un sacco di shojo manga, le Clamp, poi io guardo tantissimo anche il panorama italiano”.
Nel fumetto W.I.T.C.H. Il cuore dell’amicizia si vede molto il suo stile: come sei riuscita a fondere il tuo sguardo, il tuo calco, con lo stile originale del fumetto?
“Disney è arrivata con un’idea, che è W.I.T.C.H. di adesso ed io leggendo le informazioni che mi avevano dato per entrare nel nuovo mondo ero proprio molto ispirata: è difficile spiegare l’atto creativo, sono stata estremamente spontanea. La prima cosa che ho pensato è che non volevo guardare neppure i vecchi personaggi, che le avevo interiorizzate cosi tanto che non avevo bisogno di riguardarle, anzi avevo paura che riguardandole mi sarei fatta un po’ troppo influenzare.
“Quindi mi sono detta: uso la mia memoria e nel frattempo uso anche quella che è la mia spontaneità più totale nell’immaginare i personaggi, nell’immaginare i loro movimenti, le loro azioni, l’estetica. Ho pensato un po’ anche ai ragazzi di oggi, perché io insegno anche alla scuola del fumetto, ho fatto dei corsi nei licei, quindi ho cominciato a lavorarci e li guardavo anche con occhi diversi, per capire come si muovevano in gruppo, l’abbigliamento. Ho fatto un mix di interiorità mia e di ispirazione dall’esterno”.
Le W.I.T.C.H. ieri e oggi
6 ragazze il cui corpo non si allarga e allunga solo attraverso gambe o mani ma anche attraverso ali, luce, poteri. Cosa rappresentano per te questi poteri? I poteri in un certo senso sono perpendicolari al corpo di queste ragazze? Nel senso che amplificano o esasperano un loro tratto distintivo?
“Ci sono ancora dei misteri per quanto riguarda la magia, che verranno svelati, noi per ora abbiamo avuto solo un assaggio di questa magia. Sono contenta però che ti piaccia questo modo di rappresentarle perché anche secondo me non c’era più bisogno di vederle crescere. C’è stato anche un ragionamento dietro, ovvero nelle vecchie W.I.T.C.H. c’era questo elemento delle streghette che crescevano: oggi non c’è più quella necessità di diventare più grandi quando si diventa magiche e poi stavo pensando a Sailor Moon, o Card Captor Sakura, sono dei personaggi che quando si trasformano rimangono esattamente uguali a loro stesse, assumono solo il vestito magico e i poteri.
“Per il resto sono perfettamente riconoscibili. Pensavo che queste nuove W.I.T.C.H. andassero bene già cosi con tutti i loro difetti, con i loro complessi di adolescenti, non c’era bisogno di immaginarle diversamente, da magiche: la versione magica di loro stesse somiglia a loro. Quindi cos’è la loro magia? In realtà è un po’ l’espressione della loro spontaneità, è come quando sono magiche cadono i costrutti mentali, ed è più come venire fuori per come si è veramente senza troppe preoccupazioni”.
Ogni personaggio se la deve vedere con la propria amplificazione di inadeguatezze: Will che non ha mai avuto una casa fissa; Irma, che ha perso la madre in un incidente in mare; Cornelia, che vuole sentirsi bella, eppure non riesce mai a piacersi. Le grandi e piccole inadeguatezze delle protagoniste come hanno influenzato poi il tuo disegno?
“Io sono sempre stata affezionata alle W.I.T.C.H., secondo me anche le W.I.T.C.H. che ha scritto Alessandro sono bellissime: per me la parte più divertente era vedere le loro interazioni e anche le scene più simpatiche. Per quanto riguarda le inadeguatezze, mi viene in mente proprio Cornelia: lei è bellissima eppure pensa sempre che le manchi qualcosa rispetto a sua sorella o rispetto ad altri, magari ad Elyon, chissà.
La mia idea era di capovolgere il concetto di difetto fisico, come può essere un neo, un naso non particolarmente dritto, per me sono marchi di bellezza, e questo è stato molto apprezzato. Mi sono ispirata anche un po’ alle mie amiche per come si vestono, come si comportano, ho cercato di prendere dei piccoli elementi e l’ho messo in loro”.
Cosa rappresentano oggi le W.I.T.C.H., quanto hanno ancora da raccontarci di noi, del presente?
“C’è stato un grandissimo studio, soprattutto da parte di Alessandro proprio sul cercare di comunicare che la diversità deve passare tramite l’accettazione e il fatto che le protagoniste abbiano tutte quante un background familiare molto diverso ma molto realistico, c’è stato un adeguamento al modo di comportarsi dei ragazzi di oggi, è come se fossero un poco più libere di muoversi anche nel contesto scolastico, meno controllate dai genitori, anche la tecnologia è stata riguardata e rivista, però in maniera molto fresca.
Essendo io una lettrice delle W.I.T.C.H. posso dire che è stato tutto molto spontaneo e naturale, anche per cercare di avvicinarci alla società di oggi però mandando un messaggio positivo, di accettazione, di tranquillità. Sono sei ragazze molto diverse quindi spero che i lettori e le lettrici possano trovare qualcuna in cui identificarsi”.
Qual è il personaggio su cui ti specchiavi prima, da lettrice delle W.I.T.C.H.? È cambiato nel corso del tempo? Oggi con chi ti identifichi?
“La mia preferita di allora era Cornelia. Perché ho sempre avuto un debole per questi personaggi un po’ anticipatici, un po’ edgy, e poi il suo potere, il potere della Terra, è ancora adesso il mio preferito. Adesso devo dire che mi piace molto Taranee perché è un personaggio competitivo, una sportiva, un poco mi ci ritrovo, mi ci rivedo nella sua competitività positiva.
Però mi piace sempre moltissimo Cornelia perché è sempre un personaggio sfaccettato. Lei ha questa insicurezza però resta un personaggio che sa cosa vuole: deve capire come trovare la sua strada. Però lei rimane un personaggio razionale, che è un po’ il suo elemento, e mi piace molto”.
Hai dichiarato che tra i tuoi idoli ci sono Ranma, Lara Croft, Emma Woodhouse e i BTS. Come li disegneresti, se ti dovessero affidare un fumetto su Lara Croft? O sui BTS?
“Io ho sempre sognato di fare un fumetto con Lara Croft e Indiana Jones, sarebbe bellissimo, impazzirei nel vederli interagire. Poco prima che uscisse il film con Angelina Jolie io lessi il fumetto di Tomb Raider ed era molto bello, forse l’unico fumetto americano che ho seguito. Per i BTS sarebbe un sogno totale, io ogni tanto li disegno, per me sono stati preziosi. Li ho conosciuti grazie alla loro musica però hanno anche un’estetica particolare che ti cattura, una cura della loro immagine, dei set, quindi è molto ispirante vederli”.
A cosa stai lavorando in questo momento?
“Sto lavorando al numero 2, al prossimo numero di W.I.T.C.H. il reboot”.
E noi non vediamo l’ora di leggerlo!
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