Tra i successi che hanno segnato i primi anni di Netflix nel nostro Paese va sicuramente segnalata Suburra – La serie. Uno show crime che ci riporta tra i bassifondi di Roma, in un complesso intreccio di poteri che ha conquistato un grande pubblico, anche grazie a un cast molto solido, a partire naturalmente da Alessandro Borghi, la cui ascesa è stata inarrestabile. Non stupisce quindi che ora, a tre anni dal finale dello show originale Netflix abbia deciso di lanciare Suburra Eterna, nuovo progetto che ne riprende le vicende. Noi abbiamo visto le prime cinque puntate in anteprima e siamo pronti a parlarvene.
Suburra Eterna riparte da un ritorno
Abbiamo lasciato quella rappresentazione della criminalità romana in un nuovo equilibrio. Dopo vicende intricate ad altissimo rischio, rocambolesche fughe e sparatorie, cambi di mano del potere, tradimenti e omicidi, tutto era ritornato all’ordine. Nuove figure hanno sostituito le precedenti, ma la sostanza è sempre quella e anche le regole. Fra cui quella che recita che questo equilibrio è sempre e solo temporaneo.
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Alberto Anacleti è riuscito a sopravvivere nel mondo della criminalità romana abbastanza da uscirne. Sono passati anni da allora e lui si è lasciato tutto alle spalle, compreso quel nome, Spadino. Ma uscire davvero da tutto questo è impossibile e Roma attirerà di nuovo Alberto tra le sue strade, richiamandolo a sé. C’è una nuova guerra alle porte, che sconvolgerà ancora una volta la città.
Insomma, quello che fa Suburra Eterna è riportarci pienamente nelle atmosfere della serie Netflix originale. I ponti con il passato, narrativamente parlando, sono tagliati abbastanza da rendere questo show un buon punto d’ingresso per i nuovi spettatori, anche se probabilmente resterà qualche punto di domanda di troppo, almeno inizialmente.
Una volta che la vicenda però prende il via e si imparano le nuove dinamiche di potere, i nuovi intrecci, le nuove pedine e i nuovi manovratori, sembra che il tempo non sia davvero passato. Le atmosfere di questo show sono perfettamente in linea con quelle del finale del precedente, sia dal punto di vista narrativo che più in generale dello stile. Con tutti i pro e i contro del caso.
Ha davvero senso parlare di un finale?
Una delle premesse di Suburra sta proprio nella peculiarità di Roma, una città dove si trova l’apice del potere della Chiesa e dello Stato, su cui si intreccia quello del crimine. Una situazione eccezionale, impossibile da trovare altrove, e soprattutto narrativamente fertile. Da questo intreccio possono nascere infinite storie ed è esattamente questo che suggerisce Suburra Eterna, da oggi su Netflix.
Perché non può esserci davvero un finale a questa storia. Dopotutto lo stesso show originale si chiudeva suggerendo che si era concluso un ciclo, che i poteri erano tornati a bilanciarsi fra loro, che era stato passato un testimone, ma la storia sarebbe continuata. Ed ecco quindi che torniamo tra quelle strade, per esplorarne gli anfratti più oscuri.
Purtroppo però dobbiamo constatare come questa pausa di tre anni non sia servita a correggere il tiro e ricostruire lo show. Suburra Eterna si ricollega direttamente al precedente anche dal punto di vista produttivo, con una continuità pressoché totale. Insomma, non c’è stato un ritorno alla forma e i picchi della prima stagione sono piuttosto lontani.
Dove si sente però l’impatto di questa ripartenza sta nell’intreccio che ritorna a essere sufficientemente fitto, incrociando le varie anime della Capitale e creando una fitta rete di personaggi. Il cast infatti si allarga decisamente, affiancando ai volti noti diverse new entry che, tra alti e bassi, convincono anche se pochi riescono davvero a brillare.
Suburra Eterna è la quarta stagione dello show Netflix?
Possiamo attaccare l’etichetta che vogliamo su questa serie. Suburra Eterna è uno spin-off, un sequel, un nuovo prodotto Netflix, una quarta stagione di uno che già esisteva… È difficile scegliere una definizione precisa e a conti fatti non ha davvero importanza.
Il risultato infatti è una serie TV che recupera pienamente il lavoro fatto con Suburra e lo porta avanti, forse sollevandosi leggermente rispetto alla stagione finale, ma senza andare oltre. Ne nasce un prodotto che non è particolarmente ambizioso, che non è il meglio che si possa trovare oggi nel panorama televisivo (pur piazzandosi poco sopra la media), che difficilmente conquisterà nuovo pubblico. Ma se in questi tre anni avete sentito un vuoto a forma di Suburra nelle vostre visioni ecco, questa serie è proprio quello che serve per riempirlo.
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