Intrattenimento

Omen Exitio: Plague, il libro-game videoludico a tinte Lovecraftiane

Molti di noi sono cresciuti con i cosiddetti libri-game, o al più con le nostrane storie a bivi topolinesche. Si tratta, in sostanza, di racconti, romanzi, storie a fumetti nei quali i lettori hanno una parte attiva:gli vengono sottoposte alcune scelte da compiere, o meglio, da far compiere ai personaggi, e a seconda di tali scelte la storia e il conseguente finale cambiano, in positivo o in negativo.

Omen Exitio: Plague, disponibile per PC via Steam e sviluppato dalla software house indie torinese Tiny Bull Studios, riprende alla perfezione lo spirito di tale, particolare tipologia di storie.

La trama si svolge durante gli ultimi anni del 1800: Jake Huntington è un medico londinese che, a seguito della morte della moglie, cerca di affogare il proprio dolore arruolandosi nell'esercito. Durante un viaggio viene in contatto con una malattia misteriosa, iniziando ad indagare per scoprirne di più. Ben presto, si renderà conto di essere rimasto invischiato in una vicenda ben più grande di lui, tutt'altro che umana.
E basta, non vi diciamo altro per evitarvi spoiler.
In tutto questo il giocatore dovrà guidare le scelte di Jake, che spesso avranno un esito tutt'altro che scontato. A seconda della riuscita, o meno, di alcune "micro-missioni" (riuscire a persuadere chi abbiamo di fronte, affrontare con successo uno scontro e così via) si riceverà un numero maggiore o minore di punti esperienza, che potranno essere impiegati per potenziare le abilità del nostro protagonista: Carisma, Osservazione, Combattimento, Agilità e Medicina.

L'interfaccia grafica è ridotta all'osso: una (fittizia) vecchia agenda sulla quale è possibile leggere il dipanarsi della storia e gli schizzi dei vari personaggi e le varie scene, pochi menù che riportano le informazioni del personaggio, la mappa, le informazioni raccolte che è possibile consultare in qualunque momento.
Non esistono inoltre fasi di esplorazione, o di combattimento nel vero senso del termine: si effettuano le proprie scelte, al più si potenzia una delle cinque abilità del personaggio con i punti esperienza ricevuti. E basta. Tutto il resto è lettura della storia, e constatazione di come, con le nostre azioni, stiamo andando a modellarla. Non si tratta di una tipologia di gioco per tutti, ma assieme alla grafica particolare va, ovviamente, a ricalcare in maniera fedele quelli che sono sempre stati i "modi" classici del libro-game, senza fronzoli inutili.

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Il tutto si fonde con delle tinte di ispirazione Lovecraftiana, più fosche ed evidenti via via che ci si avvicina ad uno dei vari finali possibili, attraversando una trama curata, ben narrata e ricca di colpi di scena. Una volta terminata, viene quasi spontaneo effettuare delle nuove run per valutare cosa cambia quando, anche a costo di ripetere alcune scene decisamente angoscianti e claustrofobiche – col rischio, tra l'altro, di sbloccare un ending ancora peggiore. Ma si tratta di un onere che gli amanti del genere horror sono disposti ad accollarsi più che volentieri, magari sacrificando qualche ora di sonno sereno.

Ovviamente non è un gioco esente da difetti. Anzitutto, lo abbiamo percepito come un po' poco "cattivo" nei confronti del giocatore: i punti esperienza possono essere utilizzati in qualunque momento, consentendo dunque di aspettare il momento di effettuare una determinata azione per potenziare l'abilità necessaria e avere maggiori chance di successo. Una maggiore difficoltà sarebbe stata probabilmente apprezzata, soprattutto dai giocatori più hardcore.
Secondariamente, i comparti grafici e musicali risultano essere leggermente scarni: alcune illustrazioni si ripetono spesso, così come le varie musiche, che alla lunga possono risultare leggermente fastidiose soprattutto se si gioca per parecchio tempo senza pause.
Si tratta comunque di dettagli di relativa importanza, che non vanno a pregiudicare l'effettiva e "globale" bontà del titolo.

Insomma, al netto di queste ultime considerazioni ci sentiamo di definire Plague un ottimo debutto per la saga di Omen Exitio, una vera e propria dichiarazione d'amore per il genere, come lo definiscono gli stessi sviluppatori. 
Ci auguriamo sappia sorprenderci positivamente anche in futuro.

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Francesca Menta

Nella vita legge fumetti, guarda cartoni e fa altre cose noiose e banali che non vale la pena menzionare. Allenatrice di Pokémon dal 1999. A quanto pare adesso recensisce anche videogiochi, coronando il sogno di una vita: poter gridare con fare oltraggiato "Lo sto facendo per LAVORO" ogni qualvolta viene trovata di fronte ad una console.

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