Oggi, giovedì 27 ottobre, arriva nei cinema tricolore Fall, un nuovo film di Scott Mann che racconta una storia ambientata a grandi altezze. Un progetto piuttosto contenuto, sia a livello di budget che geograficamente, come vedremo, ma che riesce a portare a casa alcuni risultati interessanti. Vediamo meglio com’è andata nella nostra recensione in anteprima di Fall.
La recensione di Fall: partiamo dalla trama…
Nella prima scena ci troviamo già su una parete rocciosa. Becky, Hunter e Dan stanno tentando la scalata, ma qualcosa va storto. In un tragico incidente il ragazzo precipita nel vuoto, con una caduta che gli sarà fatale. Questo getta la moglie Becky nella disperazione più totale, bloccata in ogni modo dalla paura.
Mentre il padre cerca di aiutarla a rialzarsi, interviene proprio Hunter con una proposta per la ragazza: affrontare i suoi demoni di faccia, scalando una torre di trasmissione abbandonata, alta più di 600 metri. Un’occasione perfetta per spargere le ceneri di Dan e onorarne la memoria, ma anche in questo caso l’impresa ha un risvolto imprevisto. Le due ragazze si troveranno bloccate in cima alla torre, senza la possibilità di chiamare i soccorsi.
La storia di Fall è estremamente semplice e non molto lontana da quello che ci si può aspettare leggendone la sinossi. Si tratta di un modello ben consolidato negli anni, già sfruttato da diversi film di questo tipo. La maggior parte dei colpi di scena sono piuttosto prevedibili per questo anche se verso la conclusione potrebbe regalare una piccola sorpresa.
È probabilmente molto più interessante affrontare la recensione di Fall come un’impresa narrativa da un diverso punto di vista. La capacità di restare comunque interessante da seguire pur essendo ambientato quasi interamente in un’unica, piccolissima location è un buon punto di forza. Senza contare poi che questo tipo di pellicole non punta certo sulla sua trama per conquistare il pubblico.
Attenzione alle vertigini
Fall è fondamentalmente un gimmick movie, che mette insieme una sceneggiatura semplice e un cast che offra delle performance sufficienti per porre tutto al servizio di un’idea alla base. E in questo caso il concetto era quello di costruire un’intera pellicola su una micro-piattaforma a centinaia di metri di altezza. E preso da questo punto di vista, il film funziona.
È interessante seguire i tentativi delle due ragazze di mettersi in salvo. La situazione è davvero disperata più che mai, considerate le ridottissime risorse che hanno a disposizione. Il tempo scorre, la fame e la sete avanzano e non sembrano esserci possibilità di salvezza. Ogni minuto è necessario trovare un nuovo espediente che possa attirare l’attenzione dei soccorsi.
Il tutto mentre ci si trova appunto a metri e metri di altezza, in uno spazio piccolissimo. Basta un niente, una piccola distrazione per ritrovarsi rovinosamente al suolo. E questa sensazione di angoscia, di inquietudine, di precarietà il film riesce a trasmetterla alla perfezione.
Se ne volete un assaggio, potete vedere la clip che abbiamo pubblicato in esclusiva ieri, tratta proprio da questa pellicola. La sconsideratezza con cui Hunter si appende alla piattaforma, lasciandosi pendere nel vuoto è davvero da brividi e ci fa stare in tensione. Questo, nonostante sia facilmente intuibile per la struttura del racconto, che non c’è davvero un pericolo. Ma in fondo è parte della magia.
Fall, la recensione non può essere positiva, ma…
Chiaramente in chiusura di questa recensione dobbiamo riconoscere Fall per quello che è: un film a basso budget, che ricorda un certo filone di B-Movie (con tanto di attore celebre che presenzia solo per pochissime scene). Non si tratta di grande cinema e non vi consiglieremo di correre in sala immediatamente.
Tuttavia, nella sua semplicità, è stata un’esperienza intrattenente. Il brivido di vedere la telecamera che mostrava il vuoto terribile sotto le due ragazze ci ha colpito. Se siete in cerca di quel tipo di emozioni (soprattutto se come il sottoscritto siete particolarmente sensibili alle altezze) Fall potrebbe sorprendervi.
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