Che voi ci crediate oppure no, il mondo è pieno di persone che credono fermamente che venerdì 13 porta sfortuna. Persone che non fanno certe cose quel giorno, o che non prendono decisioni se è il nefasto venerdì 13. Ma la domanda è: da dove nasce questa convinzione? Oggi ci sposteremo nella storia e nella geografia, per scoprire le origini di questo mito.
Francia, agli inizi del 1300
Iniziamo il nostro viaggio. Superiamo Ventimiglia e raggiungiamo Mentone. Siamo in Francia. E ora saltiamo indietro di qualche anno… Diciamo fino al 1300. La Francia è ancora una monarchia e in questo momento è in carica Filippo IV detto Il Bello. L’Italia è ancora frazionata in diverse realtà, dove l’attuale Nord Italia è sotto l’egemonia del Sacro Romano Impero, il Sud Italia è un regno unitario chiamato Regno di Sicilia, e tra queste due realtà il Centro Italia, che è Stato Pontificio. Nel 1305 sale al soglio pontificio Clemente V, nato col nome di Bertrand de Got o de Gouth.
Filippo IV e Clemente V sono due dei protagonisti della nostra storia, ma ne manca ancora uno: i Templari. No, non stiamo scherzando: i Templari sono un ordine cavalleresco religioso, nato tra il 1118 (secondo Guglielmo di Tiro) e il 1120 (secondo Guglielmo di Nangis). Nel periodo che stiamo esaminando, per esattezza dal 1294, l’Ordine dei Templari è guidato dal Gran Maestro Jacques de Molay.
I Templari sono un Ordine molto ricco. Infatti benchè i singoli Templari dovessero fare voto di povertà nel momento dell’investitura, l’Ordine dei Templari era incaricato del trasferimento di denaro verso la Terra Santa. I Templari con i fondi raccolti costruirono anche migliaia di chiese e palazzi fortificati.
Invece Filippo IV è salito al trono nel 1285, ed ha ereditato un debito pubblico importante, causato dalla crociata aragonese (1284-85). Questo, insieme alle guerre contro l’Inghilterra e le Fiandre e al calo della produzione d’argento della Sassonia, incisero sulle finanze francesi. Inoltre aveva ereditato un debito nei confronti dello stesso Ordine dei Templari. Insomma Filippo IV ha guidato un regno sempre alla ricerca di nuovi finanziamenti e nuove entrate.
Cosa centra questo discorso con il venerdì 13 che porta sfortuna?
Ci stiamo arrivando, scusate la premessa ma era d’obbligo per capire il contesto. Saltiamo avanti di qualche anno, nel 1305. Iniziano a girare alcune maldicenze riguardo i Templari. Un tale Esquieu de Floyran, priore di Montfaucon inizia a mettere in giro queste accuse: i Templari sarebbero eretici, idolatri e sodomiti. Ne informa il Re di Aragona, Giacomo II.
Le voci circolano, ed arrivano sicuramente in orecchio al Papa, il quale però non crede alle accuse. Clemente V a sua volta sicuramente ne ha parlato con Filippo IV quando lo ha incontrato a Lione nel 1305 e a Poitiers nella primavera del 1307.
Nel frattempo viene aperto un ‘dossier’ da alcuni consiglieri del Re, Guglielmo di Nogaret e Guglielmo di Plaisians. Vengono raccolte testimonianze da parte di ex Templari cacciati dall’Ordine per alcune mancanze. Fanno inoltre infiltrare delle spie nell’Ordine stesso.
Queste dicerie arrivano anche agli stessi Templari. Jacques de Molay ne parla durante una riunione dei Templari svoltasi a Parigi nel giugno del 1307.
Venerdì 13 ottobre 1307 – venerdì 13 porta sfortuna?
I Templari sono un ordine cavalleresco religioso, quindi sotto la diretta giurisdizione del Papa. Però molti suoi beni sono in Francia, dove regna Filippo IV che ha un certo bisogno di contante. Quindi di fronte alle accuse che circolano sui Templari, dovrebbe essere lo Stato Pontificio a intervenire.
Ma il primo ad agire è Filippo IV. Il 14 settembre, ricorrenza religiosa dell’esaltazione della croce, scrive una lettera che fa recapitare ai balivi, ovvero i governatori delle province francesi. Con un ordine preciso: aprire la busta il 13 ottobre 1307.
Esattamente oggi, 715 anni fa, era venerdì. Quelle buste venivano aperte e i balivi leggevano il contenuto. Il Re inizia la lettera raccontando le accuse che vengono rivolte ai Templari. Informa quindi i balivi delle sue decisioni
Dato che la verità non può essere del tutto scoperta in altro modo, e che un grave sospetto si è impadronito di tutti (…), abbiamo deciso che tutti i membri del detto ordine del nostro regno siano arrestati, senza eccezione alcuna, tenuti prigionieri e rinviati al giudizio della Chiesa, e che tutti i loro beni, mobili ed immobili, siano confiscati, messi in nostro potere e conservati con attenzione (…). Perciò vi incarichiamo e vi diamo ordini rigorosi per ciò che concerne il vostro balivato.
Filippo IV di Francia, Rex jubet Templarios comprehendi
Le lettere dovevano essere aperte tutte lo stesso giorno, e si doveva agire immediatamente. Questo per non dare modo ai templari di fuggire e informare altri confratelli. La Commissione pontificia che nel 1309 interrogò i Templari arrestati ne contò 546, giunti da tutto il regno e raccolti in una trentina di luoghi di detenzione a Parigi.
Fuori dalla Francia?
Nel frattempo Filippo IV scrisse agli altri sovrani europei, per informarli dell’accaduto e invitarli a fare lo stesso. Ma questa politica del fatto compiuto non piacque agli altri regnanti. Edoardo II d’Inghilterra rispose che non credeva affatto alle accuse rivolte ai seguaci del Tempio. Giacomo II d’Aragona rispose difendendo l’Ordine dei Templari.
Per non parlare del Papa. Riunì un concistoro a Poitiers il 15 ottobre, e scrisse poi una lettera a Filippo IV il 27 ottobre.
Il vostro comportamento impulsivo è un insulto contro di noi e contro la Chiesa romana.
Papa Clemente V
Ma Papa Clemente V è malato, oltre ad essere una persona indecisa. Qui non si tratta dei Templari e se siano colpevoli o meno. Qui si tratta dell’autorità dello Stato Pontificio, che viene schernito dall’azione di Filippo IV.
Il Re francese non si cura degli altri, mentre a fine ottobre iniziano ad arrivare le prime confessioni. Tra novembre e dicembre gli altri regnanti cambiano posizione, Il Papa cerca di riprendere in mano la situazione e il 22 novembre con la bolla Pastoralis Praeeminentiar ordina l’arresto di tutti i Templari e la messa sotto tutela ecclesiastica di tutti i loro beni.
Jacques de Molay e la fine dei Templari
Jacques de Molay venne arrestato quel venerdì 13 ottobre 1307, rinchiuso e torturato per farlo confessare. Una coincidenza o venerdì 13 porta sfortuna davvero?
Venne nel frattempo messa in piedi un’inchiesta sulla colpevolezza dell’ordine, la cui prima riunione avvenne nel novembre del 1309. Ma nella commissione nessun Templare è li per la difesa.
Girano voci nelle prigioni del Re, e il 26 novembre Jacques de Molay si presenta per difendere l’Ordine. Gli vengono tradotti in francese alcuni documenti dal latino. Due giorni dopo prese una posizione, che non abbandonerà più: visto che il Papa si riserva il diritto di giudicare lui e gli altri Templari, Jacques non parlerà più se non in sua presenza.
Il 2 marzo 1310 Jacques de Molay comparve di nuovo davanti alla commissione mentre 532 Templari avevano chiesto di difendere l’innocenza dell’Ordine. Lui continua a tacere.
Il Re Filippo IV è messo alle strette, decise di appoggiare la tesi di un teologo dell’Università di Parigi. La tesi è che difendere l’Ordine, accettando di ascoltare le posizioni difensive dei Templari, significa ammettere che può non essere colpevole. Ma siccome è colpevole, non c’è motivo di difenderlo.
Il 23 maggio 1311 la commissione concluse le udienze e creò un dossier di 219 fogli e il 16 ottobre il Papa avviò il Concilio che deve decidere sulla situazione. Clemente V ricevette da diversi il consiglio di ascoltare la difesa. Lui però aveva fretta di chiudere la storia, anche per non dare a Filippo IV il tempo di intervenire.
Passò ancora un anno, e il 22 marzo 1312 il Papa pubblicò la bolla Vox in excelso, che abolisce l’ordine dei Templari. Intanto il Concilio continuò i suoi lavori fino al 6 maggio 1312, ma a quella data l’Ordine del Tempio aveva già cessato di esistere.
La maledizione di Jacques de Molay: da li venerdì 13 porta sfortuna
A quel punto l’Ordine era sciolto, ma restava il problema dei singoli Templari. Sempre il 6 maggio 1312 venne pubblicata la bolla Considerates dudum. Si stabiliva che chi era stato consideraio innocente o chi aveva confessato ma io is era riconciliato con la Chiesa, avrebbe preso una pensione e avrebbero potuto scegliere se vivere in un’antica casa dell’Ordine o in un monastero, perchè i suoi voti erano ancora validi.
Quelli che invece avevan negato le accuse sarebbero stati colpiti con estremo rigore. Il Papa aveva riservato per se il giudizio sulle cariche più alte dei Templari, tra cui Jacques de Molay. Finalmente avrebbe potuto essere sentito dal Papa, come chiedeva da anni. E invece no: il 22 dicembre 1313 Clemente V nomina una commissione di tre cardinali che agiscano in sua vece.
Jacques de Molay il 18 marzo 1314 si trova quindi davanti loro, e non il Papa. E gli viene letta direttamente la sentenza: carcere a vita, per lui e gli altri. Ma Jacques e il Maestro di Normandia si ribellarono a quella decisione. Informarono di ciò Il Re, che il giorno stesso li condannò al rogo.
Li si vide così risoluti a subire il supplizio del fuoco, con tale forza di volontà, che destarono in tutti coloro che assistettero alloa loro morte ammirazione e sorpresa per la loro determinazione a morire e a negare fino alla fine.
Continuation de Guillaume de Nangis
La Maledizione
Pare che Jacques de Molay, in punto di morte, abbia lanciato un malaugurio, che alcuni lessero proprio come una maledizione: Coloro che ci hanno condannato ingiustamente, saranno molto presto convocati davanti al Tribunale divino. E che la casa di Francia sia maledetta fino alla tredicesima generazione. Non solo. sembra che abbia condannato Filippo IV e Clemente 5 a raggiungerlo nell’aldilà entro un anno.
Forse solo l’ultimo delirio di una persona che sapeva non avrebbe visto il giorno dopo. O forse una coincidenza. Fattostà che Clemente V morì un mese dopo (il 20 aprile 1314), di un male sconosciuto, probabilmente di cancro dell’intestino. Filippo IV il 29 novembre 1314 cadde dal cavallo, durante una battuta di caccia, e morì anche lui. Non solo: esattamente tredici generazione dopo, la casata di Filippo IV giunse al termine. Luigi XVI cadde sotto la ghigliottina nel 1793. Fu la fine non solo della casa di Filippo ma della stessa monarchia assoluta di Francia.
L’unica maledizione non realizzatasi del condannato: la fine del papato entro 700 anni da quel 1314. Alcuni fanno notare come nel 2013 si sia dimesso l’allora pontefine Benedetto XVI, e che questo abbia portato al soglio pontificio Papa Francesco, riformatore e di mentalità nuova, e che questo sarebbe un segno dell’avvenuta realizzazione della malattia.
Intanto oggi è il 13 ottobre…
Sulla Maledizione di Jacques de Molay potrebbero essere solo coincidenze, del resto era facile cadere da cavallo come oggi è facile avere incidenti in macchina. Clemente V era malato da tempo e la medicina allora non era ai livelli di quella odierna. Ma da allora una tesi in più avvalora chi considera che venerdì13 porta sfortuna. Siatene tutti coscenti, e armatevi di ogni oggetto, gesto o rito che ritenete efficace contro la malasorte! E buon 13 ottobre a tutti!
- Jones, Dan (Autore)
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