Il martemoto più potente mai registrato sarà l’ultimo per InSight

I ricercatori della NASA hanno annunciato che a inizio maggio il lander InSight ha “ascoltato” il martemoto più forte tra quelli registrati. Una scoperta notevole, che però potrebbe essere l’ultima, visto che i pannelli solari del lander sono sempre più pieni di polvere e difficilmente potranno garantire l’energia necessaria al funzionamento.

L’ultimo, fortissimo martemoto di Insight

Il martemoto, ovvero un sisma marziano, rilevato il 4 maggio è il più forte tra i più di 1313 registrati in questi tre anni e mezzo di missione. La magnitudo è stata di 5.0, modesta se comparata con un terremoto medio, ma quasi dieci volte più potente del martemoto più potente tra quelli visti fino ad ora.

Una tale potenza si avvicina al limite superiore di quanto gli scienziati si aspettavano di rivelare su un pianeta come Marte. L’analisi dei dati, secondo le parole di Bruce Banerdt, ricercatore a capo della missione presso la NASA, “fornirà una visione del pianeta come nient’altro fino ad ora. Gli scienziati analizzeranno questi dati per anni a venir per imparare nuove cose su Marte“.

Senza energia

Questo potente martemoto potrebbe essere l’ultimo per InSight. I pannelli solari del lander sono infatti sempre più coperti di polvere, limitando la potenza a disposizione. Se a inizio missioni i pannelli riuscivano a generare 5 kWh di energia al giorno, ora ne producono solo 0,5 kWh.

La NASA aveva già cercato di ovviare al problema utilizzando il braccio robotico di InSight per togliere il grosso dello sporco, prolungando in realtà la vita della missione, e in alcune condizioni i venti marziani possono aiutare. Ma nessuna di queste due cose sembra saranno sufficienti ad evitare la fine, visto che sta per arrivare un periodo in cui l’atmosfera marziana sarà ancora più polverosa.

Presto, intorno a luglio, i ricercatori sposteranno il braccio nella posizione di riposo. Il lander continuerà a comunicare con la Terra e a mandare foto. Ma per Dicembre, secondo le previsioni, si spegnerà definitivamente.

La fine di un’era

Il lander, dal suo arrivo alla fine del 2018, ha rivoluzionato la nostra comprensione della geologia marziana. La sismologia è infatti uno strumento importantissimo qui sulla Terra per capire l’interno del nostro pianeta. Ma se qui sulla Terra i sismometri sono diffusissimi e posizionati in maniera ideale, per Marte questo era il primo, e ha dovuto lavorare in condizioni poco ideali.

Essendo da solo, non è possibile triangolare l’origine delle onde sismiche. A differenza dei sismometri terrestri, inoltre, quelli di InSight operava dalla superficie, esposto quindi a intemperie e condizioni atmosferiche.

La missione aveva previsto uno strumento sotterraneo, da posizionare a cinque metri di profondità tramite l’utilizzo di una “talpa meccanica”. Ma il suolo si è rivelato diverso dalle aspettative, e la talpa è riuscita a scavare solo di cinque centimetri. Questo, oltre a limitare le rilevazioni sismiche, ha anche impedito di compiere studi sui flussi di calore del sottosuolo marziano.

A prendere il testimone di questa missione sarà probabilmente il rover Rosalind Franklin della missione ESA ExoMars dell’ESA. La sua partenza, prevista inizialmente a inizio anno, è stata però ritardata a causa del coinvolgimento dell’agenzia spaziale russa Roscosmos e dalle implicazioni diplomatiche dell’invasione dell’Ucraina. Dovremo quindi aspettare un po’ prima del prossimo martemoto.

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