Il 20 aprile scorso si è tenuta la finale nazionale del Red Bull Paper Wings, il più importante torneo dedicato agli aeroplani di carta. Una competizione emozionante, tenutasi in un contesto speciale e soprattutto dotata di un ambassador d’eccezione. Stiamo parlando di Dario Costa, atleta acrobatico che ha recentemente compiuto un’impresa incredibile, che gli è valsa ben 5 Guinness World Record. Noi c’eravamo e abbiamo parlato proprio con lui, per farci raccontare come si raggiunge un obiettivo del genere.
Red Bull premia i migliori ‘ingegneri di carta’
È partita da lontano la competizione per gli appassionati di aeroplanini d’Italia. Sette tappe in giro per lo Stivale, dove si sono sfidati partecipanti di ogni età. A disposizione avevano solamente un foglio di carta A4 e il proprio ingegno, per progettare il velivolo che ottenesse il miglior risultato possibile. L’obiettivo era riuscire a superare il tempo o la distanza dei propri avversari.
Il Red Bull Paper Wings infatti divide la competizione in due categorie. La prima è AirTime, dove l’obiettivo è restare in volo più a lungo possibile con un unico lancio, facendo librare il proprio aeroplano in aria. La seconda categoria invece è Distance, dove ogni partecipante deve cercare di arrivare più lontano di tutti i propri avversari.
A trionfare nella prima competizione per l’Italia è stato Alessandro Zimello, che è riuscito a far volare il suo velivolo per ben 7,23 secondi. Per quanto riguarda invece la distanza il vincitore è stato Federico Mutinelli, che ha coperto addirittura 31,63 metri con il proprio lancio. Risultati eccezionali, avvolti dall’incredibile cornice del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
Ora i due ragazzi sono attesi al leggendario Hangar-7 di Salisburgo per affrontare gli appassionati del resto del mondo, nella grande finale. E chissà che a metà maggio non possano alzare al cielo la bandiera italiana e riportarci sul tetto del pianeta anche in questa peculiare competizione.
Dario Costa, da Leonardo da Vinci al record del mondo
Come potete vedere dalle foto in questo articolo, a premiare i due ragazzi è stato proprio Dario Costa, atleta Red Bull che recentemente ha segnato un’impresa unica. È stato infatti il primo al mondo a volare all’interno di un tunnel, un progetto particolarmente impegnativo per cui ha dovuto allenarsi per oltre un anno.
Insieme a lui abbiamo visitato la sezione del Museo della Scienza e della Tecnologia dedicata a Leonardo da Vinci, ripercorrendo in qualche modo i primi passi che la scienza dell’aviazione abbia mai fatto. Un viaggio appassionante, che è stato bello riscoprire grazie all’ottima esposizione della struttura milanese.
A visita conclusa poi abbiamo avuto il tempo di scambiare qualche parola con Dario Costa, per farci raccontare di più su come sia riuscito a realizzare il proprio sogno. E come tutte le storie migliori, alla sua base ha una grandissima dose di passione. Ma ecco cosa ci siamo detti…
Partiamo dall’inizio: da dove nasce la tua passione per il volo?
Io e i miei genitori ci siamo trasferiti tante volte. Loro sono emigrati dall’Iran, mio padre era italiano, mia madre iraniana, quindi sono scappati, hanno preso un aeroplano, sono andati in Inghilterra e sono nato io. Poi dall’Inghilterra hanno trovato un lavoro in Libia, quindi si sono trasferiti lì e io sono cresciuto in Libia. Dopo la Libia siamo andati in diverse città in Italia… Per cui l’aeroplano lo sentivo più ‘casa’ che le case stesse.
Sai quella sensazione che hai al mare, dell’infinito? Che guardi il mare e senti che nient’altro al mondo ti può dare quella stessa emozione? Ecco, l’aeroplano mi dà una sensazione molto simile. Spiritualmente mi sono innamorato del volo, fin da piccolino ero in pace con il mondo quando ero in volo, mentre a terra ero molto irrequieto. Ero scontento, non mi trovavo bene. Sono quindi cresciuto con questo legame spirituale con il volo.
Allo stesso tempo però mi sono appassionato alle automobili. Io sono arrivato a Bologna a sei anni e mi è nata questa passione. Quindi mi sono portato avanti questi due amori, la sensazione del volo, quello che il volo mi dava spiritualmente, e poi la parte meccanica delle automobili. Diventare un pilota a quel punto è stato un chiodo fisso. Ho fatto di tutto per riuscirci.
Devo dire che ci ho messo un po’ più di altri, ho dovuto farmi trovare al posto giusto al momento giusto, fare il lavoretto giusto per poter mettere da parte i soldi per farlo. Però alla fine ce l’ho fatta.
Esattamente e non solo: sei anche riuscito a portare a termine un’impresa straordinaria!
Sì, ce l’ho fatta e poi ho anche fatto più di quello che sognavo di fare. O meglio, lo sognavo, ma in maniera diversa. Ho sempre desiderato il volo non come ‘prendere ciò che qualcun altro aveva già fatto’ ma ‘prendere il volo e cercare di lasciare qualcosa a chi veniva dopo’. Ho sempre voluto sviluppare quello che poteva essere il volo e dare qualcosa di mio. Sono sempre stato molto legato all’evolvere, sviluppare una materia che secondo me è in continua evoluzione.
La scienza del volo non è una scienza che possiamo dire finita. E probabilmente non lo sarà mai, perché non siamo nati per volare, non siamo degli uccelli. Dobbiamo quindi avere tanto rispetto e il mio modo per farlo era studiare. Ho cercato di sviluppare quelle che potevano essere delle idee di bambino, come la mia idea del tunnel, da dodicenne, e dare qualcosa a quello che è il mondo del volo.
In questo caso abbiamo dato una pubblicazione scientifica dove raccontiamo per la prima volta cosa accade a un aeroplano quando passa attraverso una galleria. Non era una cosa ovvia e infatti nessuno l’aveva mai fatto. È lì che è nato tutto.
Quando avevo dodici anni avevo questa idea del tunnel, che mi sono portato avanti in un angolino della mia testa. E quando mi sono sentito pronto ho bussato a Red Bull e gli ho detto: “Che ne dite? Mi aiutate a realizzarla? Mi date il supporto?”.
All’inizio hanno temporeggiato, chiedendo di vedere quale potesse essere il tunnel ma poi dopo grazie a Red Bull Turchia e a una persona in particolare, ovvero Kutlu Baklacioglu, responsabile degli atleti per Red Bull Turchia che mi aveva ingaggiato per fare diversi airshow. Insieme a lui ho trovato i due tunnel perfetti.
Mi piace tutto il discorso sullo sviluppo della scienza del volo, perché siamo nel contesto ideale.
Sì, infatti è bellissimo ripercorrere questo mondo in questo museo. Si vede come la storia stia in qualche modo dando ragione a Leonardo e alle sue idee pazze sul volo, che si considerava ovviamente impossibile. Infatti ci sono voluti quasi cinquecento anni per rendere le idee di Leonardo realtà.
È affascinante, perché è il nostro modo per dire grazie a tutte quelle persone (non solo nella scienza dell’aviazione e del mondo del volo) che per noi hanno avuto il coraggio di spingersi oltre. Di portare la scienza verso traguardi che ancora non erano raggiungibili nel loro tempo, per cui non erano ancora pronti. Come spiegavamo prima, i materiali ancora non c’erano, ma loro erano già avanti. È qualcosa di davvero eccezionale.
Senza di loro oggi non avremmo niente di quello che abbiamo. Sono i pionieri che rendono il normale di oggi possibile. Credo che ci sia sempre bisogno di persone così ed è con questo spirito che ho affrontato il tunnel così come altri progetti prima di questo. Ma quest’ultima impresa è senza dubbio la più importante, perché la portavo con me fin da quando ero bambino.
“Sono i pionieri che rendono il normale di oggi possibile“
Realizzandolo ho dimostrato a tutti i bambini che si può rendere un sogno realtà. Per me è molto importante lasciare qualcosa. Dicono che la felicità senza condivisione non esista e quindi è fondamentale per me dimostrarlo. Così come è importante dimostrare che il talento non esiste. Ci vuole autocritica, studio, ma il talento non è altro che la passione che noi abbiamo per un qualcosa a cui non riusciamo a smettere di pensare.
È la stessa cosa che cerco di trasmettere con questi progetti, compreso quello del tunnel. Non dimenticare che sono le passioni che ci fanno realizzare i sogni, non il talento. Non sono nato capace di volare attraverso un tunnel, non sono nato capace di volare punto. Non esiste un talento che mi abbia aiutato.
E a tutte le persone che durante il mio percorso mi hanno detto: “Non hai abbastanza talento per sfondare, per vivere di acrobazia”… Beh, mi sembra di aver dimostrato il contrario. Per me è importante che passi questo messaggio, più che quello del pilota che ha volato attraverso le gallerie, che è un qualcosa di più superficiale.
Un pilota che ci ha creduto e ha dimostrato che si può fare, mettendoci il cuore fino in fondo.
Si può fare tutto. Ci vuole rispetto per la paura e ci vuole rispetto per la scienza. Soprattutto ci vuole quella umiltà che ti dà la possibilità di aprirti a tutti quelli che sono gli input di persone competenti. Anche loro non hanno mai fatto quello che state progettando, ma mettono il loro impegno e la loro conoscenza.
Esattamente come per Leonardo – come ci raccontavano prima – che ha imparato tantissimo da altri artisti, altri ingegneri, altri geni. Gli hanno dato l’ispirazione per fare qualcosa di nuovo ed è esattamente quello che io ho sempre voluto fare. È per questo che io porto sul mio aeroplano e sul mio casco l’ornitottero: il mio logo è metà ornitottero e l’altra metà l’aereo in volo.
Ho sempre avuto tantissimo rispetto e sono sempre stato ispirato da Leonardo proprio per questo. Lui non ha cercato di sviluppare ciò che altri hanno fatto, ma ha voluto fare qualcosa di nuovo sulla base dei precedenti esperimenti. È importante trovare la nostra strada, non seguire quella di qualcun altro per forza di cose. “Lui ce l’ha fatta in questo modo e allora si fa così”. Ognuno ha la sua strada e io ho la mia e non chiedo a nessun altro che la copi perché non avrebbe senso.
In chiusura, vista l’occasione di questo incontro, volevo chiederti un singolo consiglio per tutti noi profani del volo per migliorare gli aeroplanini di carta.
Innanzitutto bisogna fare attenzione alla simmetria. Poi bisogna capire dov’è il centro di gravità. Se l’aeroplanino non è bilanciato o cabrerà troppo e stallerà oppure picchierà troppo e quindi andrà verso terra molto in fretta. Quindi il centro di gravità è importante e poi la simmetria, non fare un’ala più grande dell’altra e simili.
Ringraziamo Dario Costa per le belle parole e Red Bull per l’opportunità che ci ha concesso. E voi, siete pronti a volare per inseguire il vostro sogno?
- Marca: Red Bull
- Red Bull Bicchieri, set di 2 – Merce originale
- Dimensioni: 2 pezzi (confezione da 1)
- Colore: trasparente
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