Il 2022 si apre per il pubblico cinematografico italiano con un film particolarmente atteso. Stiamo parlando di Matrix Resurrections, capitolo numero 4 del celeberrimo franchise lanciato dalle sorelle Wachowski nel 1999. Un ritorno a lunga distanza dal primo apparente finale della saga, che riporta al cinema personaggi memorabili come Neo e Trinity. Il risultato è un film che ha indubbiamente dei pregi e che regala grandi momenti, ma che non riesce a convincere fino in fondo. Letteralmente.
Matrix Resurrections, livelli su livelli
“Che cosa ha reso Matrix il grande successo che è diventato?“. È il film stesso a spingere il pubblico a interrogarsi su questa domanda, a cui è davvero difficile trovare una risposta definitiva. Un punto su cui ci possiamo trovare però d’accordo è il fatto che quella prima pellicola sia un film d’azione assolutamente spettacolare e travolgente, ma anche e soprattutto molto di più.
Il primo film di Matrix riusciva a raccontare una storia complessa, ricca di stratificazioni, interrogativi profondi che lasciano lo spettatore a riflettere per ore, domande esistenziali e possibilità per infinite riletture. Una di quelle pellicole che cambiano ogni volta che la riguardi, che offre sempre qualcosa in più.
Per certi versi, Matrix Resurrections prende in pieno questo obiettivo. Fin dai primi istanti della pellicola, ci troviamo davanti a una matassa difficile da dipanare. Si accavallano livelli di narrazione e metanarrazione uno sull’altro, creando una struttura che riesce a non confondere, permettendoci di seguirne gli sviluppi, ma che al contempo ci dà già la sensazione di “Ho bisogno di rivederlo per unire alcuni puntini“.
C’è un affascinante gioco con lo spettatore, un racconto che travalica la quarta parete in maniera sorprendentemente poco sottile. Lana Wachowski (qui unica regista, senza la sorella Lilly) prende in mano tutto quello che è successo con Matrix dalla prima volta che nel 1999 il mondo ha conosciuto Neo e Trinity e lo mette in pubblica piazza, coperto da un velo leggerissimo.
Al contempo, si sviluppano concetti assolutamente affascinanti. Non solo perché si incentrano su questioni universali, che è appassionante approfondire, ma soprattutto perché si ricollegano in maniera eccezionale alla saga nel suo complesso. Riflessioni che hanno il grande merito di arricchire l’intera esperienza legata a Matrix, ampliandone la prospettiva.
Ma il gioco non dura per sempre
Sfortunatamente però, con il passare dei minuti, tutti questi aspetti si diluiscono sempre di più, perdendo di potenza. Matrix Resurrections si avvia sempre di più in direzioni più tradizionali, accantonando tutte le ambizioni che si percepivano nell’incipit. Tutto quel “molto di più” che rendeva la prima avventura di Neo un progetto così peculiare passa in secondo piano.
Ci ritroviamo così davanti a un film d’azione spettacolare, a suo modo innovativo anche a livello visivo, ma che a conti fatti manca di quel fattore WOW (anzi, “WHOA“) che gli faccia fare il salto di qualità. Ogni tanto ha ancora qualche guizzo, tra richiami inattesi al passato e qualche altro spunto metacinematografico, ma la brillantezza della prima parte sembra essere sempre più opaca.
Vale la pena comunque di sottolineare come il villain anche in questa fase sia uno dei pregi assoluti del film. Una figura affascinante e rafforzata da un’ottima interpretazione, che lo posiziona decisamente in alto in un’eventuale classifica di tutta la saga. Siamo sempre più colpiti dal suo ruolo e riesce anche a mantenere quella sensazione di poter offrire di più in una eventuale seconda visione (e rilettura) del film.
Allo stesso modo è giusto sottolineare come le sequenze d’azione a cui assistiamo nella seconda metà del film siano assolutamente convincenti. Tutto il cast fa un più che degno lavoro, portandoci a seguire acrobazie eccezionali, supportate da una Lana Wachowski che è ancora assolutamente in forma. Ci sono un paio di scene che già da ora non vediamo l’ora di poter dissezionare passo passo. Ma comunque manca qualcosa.
Matrix Resurrections non risorge come dovrebbe
Il ritorno di Neo e Trinity in sala purtroppo quindi non è all’altezza delle aspettative. Il nuovo capitolo della saga dimostra di avere una serie di idee interessanti e decisamente ambiziose, che però sceglie di accantonare per adagiarsi in lidi più tranquilli. Ritornare a vedere “quanto è profonda la tana del Bianconiglio” è una grande emozione e possiamo dire che per gli appassionati di questa saga sarà comunque una visione intrigante.
Non possiamo poi escludere che Matrix Resurrections possa dare il suo meglio sul lungo periodo. Che si dimostri uno di quei titoli che hanno bisogno di una lunga digestione, che il suo intreccio sia più difficile da dipanare di quanto appaia in superficie. Forse quegli spunti che sembrano cadere nel vuoto hanno qualcosa in più da dirci. Forse un giorno arriverà un Morpheus a guidarci tra le sue pieghe, ma ora come ora, una volta usciti dalla sala non ci sentiamo soddisfatti come speravamo.
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