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Dark, tra enigmi e wormhole: la spiegazione della prima stagione

All'alba della seconda stagione, cerchiamo di ricapitolare i punti chiave della prima

“Ieri, oggi e domani non sono consecutivi, sono collegati in un circolo senza fine, tutto è collegato”. È con questo principio che ha inizio Dark, serie tv che si configura tra i lavori più ambizioni dell’universo Netflix. Conosciuta anche come I Segreti di Winden, Dark è una serie televisiva tedesca del 2017 dalla trama particolarmente complessa e intricata. È proprio per questo che, in vista dell’arrivo della seconda stagione (dal 21 giugno su Netflix), cercheremo di ripercorrere e spiegare quanto accaduto nella prima, sottolineando i passaggi più complicati.

Il principio citato all’inizio dell’articolo chiarisce si da subito in cosa il telespettatore di Dark si imbatterà. Al centro c’è proprio il tempo in una concezione sicuramente non semplice. La serie si muove tra tre periodi diversi: il 2019, il 1986 e il 1953. Una distanza di 33 anni divide un periodo dall’altro, ma ne spiegheremo il motivo successivamente. Partiamo invece da quella che è la storia narrata dalla serie.

Dark Jonas 2019

Dark: cos’è accaduto nella prima stagione?

Dark inizia presentandoci sin da subito atmosfere cupe e scenari grigi e quasi sempre piovosi. Immerso nella boscaglia, un uomo in una baracca si impicca, lasciando una lettera da leggere giorni dopo. Si scoprirà poi essere Michael Kahnwald, padre di Jonas, protagonista e fulcro della storia. È il primo pezzo di un puzzle che ha però come soggetto principale la scomparsa di una serie di bambini.

Siamo nel 2019 e tredici giorni prima del suicidio di Michael, Erik, un ragazzino della città, è sparito senza lasciare traccia. A seguire le indagini ci sono l’ufficiale Ulrich Nielsen e il capo della polizia Charlotte Doppler. Inizialmente si pensa che il ragazzino possa essere semplicemente scappato di casa ma tali sospetti cadono quando la città di Winden è colpita da un’altra tragedia: la scomparsa di un secondo bambino. Si tratta di Mikkel, il figlio dell’ufficiale di polizia Ulrich.

È questa sparizione che dà ufficialmente il via alla storia vera e propria, in cui tutto è collegato. Dove si trova Erik lo scopriremo già alla fine della prima puntata di Dark, anche perché non è questo il vero mistero. In un bunker rivestito da quella che dovrebbe essere un’allegra carta da parati per bambini (ma che finisce per alimentare il senso forte di inquietudine), Erik è legato ad una sedia con il capo rinchiuso in uno strano macchinario. Al contempo, fuori nel bosco, la polizia trova il corpo di un bambino con occhi e orecchie letteralmente disintegrati. Ma non si tratta di Erik, né tantomeno di Mikkel.

Dark

Facciamo un passo indietro, al 1986. Siamo sempre a Winden e i protagonisti finora conosciuti appaiono di 33 anni più giovani. Anche qui scompare un bambino. Si tratta di Mads Nielsen, fratello di Ulrich Nielsen che, quasi come per uno strano gioco del destino, si ritrova costantemente al centro di queste sparizioni.

Torniamo quindi al 2019 e arriviamo all’identità del bambino ritrovato nel bosco. Incredibilmente il corpo esanime, ancora intatto, è proprio quello di Mads. A capirlo sarà suo fratello Ulrich, grazie ad una cicatrice sul mento della quale sua madre gli ha parlato in precedenza. Da qui una serie di quesiti: come ha fatto un corpo a rimanere intatto e identico dopo 33 anni? E come è arrivato nel bosco di Winden nel 2019? L’impossibilità di una risposta logica, porta Ulrich e la stessa Charlotte a considerare altri aspetti meno razionali.

È nel corso della quinta puntata che arriva l’intuizione. Charlotte parla ad Ulrich ed espone una teoria che ci avvicina alla soluzione dell’enigma di Dark. “Tu hai mai sentito parlare dei cicli di 33 anni? – chiede la poliziotta – I nostri calendari sono sbagliati. Un anno non dura 365 giorni e noi siamo fuori sincrono. Ma ogni 33 anni, tutto torna com’era. Ogni elemento dell’universo torna nella sua esatta posizione”.

Jonas incontra Jonas

Lasciamo un attimo le indagini per tornare da Jonas che, intanto, nella baracca di suo padre ha trovato una mappa. Questa descrive un percorso all’interno della Caverna di Winden, luogo misterioso e inquietante che scopriamo poi essere un passaggio nel tempo. È proprio nei pressi di questa caverna che scompare Mikkel e che viene ritrovato il corpo esanime di Mads e poi quello di Erik, martoriati allo stesso modo. Nella sua ricerca della verità su suo padre, Jonas si avventura nell’oscurità di questa caverna. A guardarlo da lontano e ad indirizzarlo a sua insaputa c’è uno straniero che si scoprirà poi essere proprio Jonas venuto dal futuro. Sarà lui a far recapitare al se stesso del presente la lettera scritta da suo padre prima di suicidarsi e un kit grazie al quale trovare il famoso portale del tempo nella caverna.

Dark

Che fine ha fatto Mikkel?

Ma se Mads ed Erik sono morti, che fine ha fatto Mikkel Nielsen? Alla fine del secondo episodio di Dark, il bambino spunta dalla famosa caverna di Winden. Non siamo però nel 2019, bensì nel 1986. Il bambino, figlio di Ulrich Nielsen, ha trovato il passaggio nel tempo della Caverna e vi si è avventurato, sbucando in un mondo che sembra quello che si è lasciato alle spalle ma che scoprirà essere ben diverso. Dopo un lungo e inutile vagare, finisce in ospedale, sotto le premurose cure di un’infermiera, Ines. Le parole di Mikkel, che cerca di spiegare di provenire dal futuro, valgono a ben poco. Nella sua permanenza nell’ospedale conosce però Hanna, che altri non è che la futura madre di Jonas (innamorata da sempre di Ulrich). Tra lei e Mikkel nasce un’amicizia speciale, che aiuta il bambino ad ambientarsi in un’epoca che diventerà anche sua.

Dark Mikkel

Nel 2019, Jonas legge finalmente la lettera scritta da suo padre prima di suicidarsi e scopre la verità: Michael Kahnwald è in verità Mikkel Nielsen, il bambino scomparso. Mikkel, infatti, rimarrà e crescerà nel 1986. L’amicizia con Hanna diventerà poi amore: i due si sposeranno e dal matrimonio nascerà Jonas. La nonna di quest’ultimo, nonché madre di Michael, è proprio Ines, l’infermiera che si è presa cura del “bambino del futuro”, decidendo poi di adottarlo.

Questa rivelazione sconvolge Jonas che, trovato il famoso passaggio nella caverna, cerca di riportare Mikkel indietro ma viene fermato dal se stesso del futuro che lo avverte: “Sconvolgeresti il corso del tempo. Cesseresti tu stesso di esistere” (chiaro il perché).

Il declino di Ulrich

Intanto anche Ulrich continua a cercare suo figlio e comprende che la Caverna è un punto focale di questa vicenda. Anche il poliziotto trova il portale ma, al bivio tra 1986 e 1953, sceglie questo secondo. Una scelta che dà il via al suo declino. Il padre di Mikkel è infatti convinto (e non sbaglia del tutto) che dietro ai rapimenti dei bambini a Winden (compreso quello di suo figlio) ci sia Helge Doppler, padre di Peter che è il marito del capo della polizia Charlotte.

Nel 1953 lo incontra: Helge ha pochi anni ma Ulrich prende una decisione drastica. Per evitare che in futuro rapisca bambini, lo uccide e chiude il corpo nel famoso bunker/macchina del tempo. Non sa però che il piccolo Helge non è morto. Lo comprende poco dopo ma è troppo tardi: il poliziotto Egon Tiedemann lo ritrova ricoperto di sangue e lo arresta, ritenendo che abbia a che fare con i bambini morti. È nel 1953 che rimarrà fino alla fine della prima serie.

Dark Ulrich

Chi è Noah?

Helge Doppler è solo una pedina manovrata sapientemente da un uomo in abito da prete. Si fa chiamare Noah e si dice traghettatore verso la luce così come Noè fece nelle acque. C’è lui dietro i rapimenti dei bambini che usa per far funzionare (senza riuscirci) una particolare macchina del tempo (il bunker). Gli sceneggiatori di Dark ci fanno intuire che possa trattarsi di una sorta di Anticristo, tornato sulla terra per impadronirsi del tempo e controllarlo a suo piacimento proprio grazie alla sua macchina, al momento difettosa. Eppure, nell’ultima puntata della prima stagione, Noah si dice dalla parte del bene e della luce e attacca la sua antitesi (Claudia Tiedemann).

Secondo alcune teorie, Noah sarebbe in realtà Bartosz Tiedemann del futuro, proprio il nipote di Claudia (e migliore amico di Jonas). Cosa che sarebbe intuibile anche dagli avvertimenti che il falso prete fa al ragazzo: “Non fidarti mai di lei e di ciò che ti dice”, come se avesse già vissuto questa esperienza sulla propria pelle.

Dark Noah

Dark e il finale della prima stagione

La parte più complicata della serie risulta essere il finale di stagione. La nuova (ed ultima per questa stagione) preda di Noah è proprio Jonas che, alla fine, decide di tornare nel 1986 per riportare indietro Mikkel. Ad attenderlo c’è però il prete che aveva già previsto tutto. Dopo averlo narcotizzato, lo rinchiude nel buker/macchina del tempo. Al suo risveglio è solo, ma dall’altra parte della porta c’è lo Jonas del futuro che gli svela una volta per tutte la sua identità. Tuttavia non può liberarlo: questo circolo vizioso deve finire, e per farlo Jonas deve rimanere dov’è. Sa bene, infatti, che ciò che lo attende in futuro è terribile, per questo vuole cambiare il corso degli eventi.

Lo Jonas del futuro aziona la sua personale macchina del tempo che genera un buco nero e dà vita ad un wormhole, i famosi passaggi che hanno teletrasportato i bambini, ormai morti, in vari posti e tempi diversi. Il portale si apre proprio nel bunker di Jonas e lo connette nello stesso luogo ma 33 anni prima. Lì c’è Helge bambino, quello che Ulrich credeva di aver ucciso. I due si vedono e con un tocco si scambiano: Helge finisce nel 1986 (e probabilmente è qui che inizia il malsano rapporto con Noah). Jonas però non finisce nel 1953, bensì in un futuro post apocalittico, probabilmente (considerando i 33 anni di loop) nel 2052, da dove proverrebbe il se stesso incontrato.

finale

Dark 2: il trailer

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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