Intrattenimento

Assassin’s Creed: un salto con poca fede

La saga di Assassin’s Creed è ormai arrivata quasi al decimo anno d’età. Il primo capitolo uscì nel 2007 su PS3 e Xbox 360 e da lì, tramite un’idea semplice, ma sfruttata in modo geniale, riuscì a creare una delle saghe più famose e redditizie dell’industria videoludica. Il concetto di base è questo: tramite il DNA e un particolare macchinario chiamato Animus, è possibile rivivere i ricordi dei nostri antenati di qualsiasi epoca, così che in ogni nuovo capitolo si possa visitare un determinato periodo storico, dalla Gerusalemme delle crociate alla Firenze rinascimentale fino all’America della guerra d’Indipendenza. Aggiungeteci un gameplay basato su combattimenti spettacolari e un sistema di arrampicate ispirato al Parkour, ormai diventato marchio di fabbrica, aggiungete teorie di complotto relative a civiltà antichissime e misteriose e avrete una serie di successo che ha sfornato quasi un gioco all’anno. Recentemente questa saga ha visto un periodo nettamente in discesa, sia per via della mancanza d’idee sia perché il fattore originalità ormai è andato scemando, pertanto capirete come mai quest’anno Ubisoft abbia preferito non far uscire nessun titolo, rimandando all’anno prossimo con la pubblicazione di un capitolo innovativo ma ancora avvolto dal mistero. A placare la sete dei fan per il franchise ci pensa però il film di Assassin’s Creed, diretto da Justin Kurzel e interpretato da Michael Fassbender, Marion Cotillard e Jeremy Irons. Tirar fuori un buon film da un videogioco, come sappiamo dai numerosi fallimenti passati, non è affatto facile. Riuscire ad adattare un media votato all’interattività e all’immersione in prima persona in uno più passivo è infatti parecchio dura, e ancora non è stata trovata una ricetta perfetta che funzioni per il genere. Assassin’s Creed prova a essere il primo a riuscire in quest’impresa.

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La trama del film non adatta nessuno dei capitoli videoludici e non prova a snaturarne le vicende, ma preferisce un approccio alla storia tale da creare qualcosa di parallelo a quanto visto nei diversi titoli della saga, e questa è una cosa che abbiamo apprezzato molto. Nel film troviamo comunque diversi elementi propri del videogioco, a cominciare dalla struttura dell’Abstergo, la multinazionale dietro cui si cela l’Ordine dei Templari, gli antagonisti della saga; ci sono poi l’Ordine degli Assassini, con ritualità e gesta molto simili a quelli del videogioco, e l’Animus, qui rappresentato in modo più “dinamico”. L’intreccio, infine, richiama gli accadimenti di cui, nella controparte videoludica, Desmond è lo storico protagonista. Nel film seguiamo le vicende di Callum Lynch, un condannato a morte che viene salvato dall’Abstergo per poter essere sottoposto a esperimenti con l’Animus. Tramite questa tecnologia, Callum rivivrà le gesta dell’Assassino Aguilar De Nehra, vissuto nella Spagna del XV secolo e dedito alla ricerca e alla protezione della Mela dell’Eden, antico artefatto in grado di controllare il libero arbitrio delle persone. Scopo dei Templari è rintracciare, grazie a Callum, proprio questa Mela, così da usarla per estinguere l’Ordine degli Assassini e dominare sul mondo.

La pellicola dedicata all’ordine degli Assassini inizia bene e azzecca anche diversi punti. Apprezziamo infatti, come già detto, la scelta di discostarsi dai videogiochi pur procedendo parallelamente ad essi; purtroppo, però, a un certo punto, il tutto si schianta rovinosamente al suolo, come quando si sbaglia un salto della fede, facendo desincronizzare dall’Animus l’attenzione dello spettatore. Il problema di fondo è una storia che risulta eccessivamente confusionaria e con scelte fatte più per la teatralità delle stesse che per un senso logico di fondo. Nell’interessante parte ambientata nel passato vengono poco approfondite sia le vicende che i personaggi; le sequenze relative alla Spagna del XV secolo, infatti, sono decisamente ben fatte dal punto di vista visivo, con scene d’azione spettacolari che strizzano l’occhio ai fan incarnando perfettamente quelle viste nel videogioco, ma peccano dal punto di vista narrativo, avendo un ruolo molto minore rispetto alla parte ambientata nel presente. 
Quest’ultima risulta spesso, e senza un vero motivo, piuttosto criptica; ciò sarà sicuramente avvertito molto di più da uno spettatore che non abbia mai avuto modo di conoscere il materiale originale, anche perché alcuni elementi di background della storia sono quasi dati per scontati. Fassbender regge bene il ruolo, specialmente dal punto di vista fisico, mentre abbiamo trovato un po’ sottotono il resto del cast, soprattutto per quanto riguarda alcuni dialoghi che convincono davvero poco. Chiude il tutto un finale davvero troppo affrettato, che sicuramente rimanda il giudizio a un probabile sequel.
Regia, esattamente come la trama, è invisibile, trasparente, non nel senso di "chiarezza" ma nella sua accezione più fievole, sbiadita quasi controproducente.
Assassin’s Creed non è il film che renderà giustizia agli adattamenti cinematografici dei videogiochi; prova a creare una nuova strada per il genere, partendo anche bene, ma una sceneggiatura gestita male fa deragliare il progetto. Possiamo solo sperare che nell’eventuale seguito gli sceneggiatori imparino dagli errori del passato, magari ricorrendo all’Animus.
Se siete fan storici probabilmente rimarrete delusi e la pellicola sarà presto dimenticata.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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