Chi si approccia a Marvel’s Luke Cage con l’aspettativa di vedere un prodotto simile ai film Marvel resterà forse deluso. Luke Cage è un prodotto diverso, ma non per questo meno coinvolgente.
Personaggi ed ambientazione di Marvel’s Luke Cage
Andiamo con ordine. Il protagonista, Luke (interpretato da Mike Colter), è arrivato ad Harlem da pochi mesi. Luke è un uomo silenzioso, che sbarca il lunario con vari lavoretti. Lavora come garzone nella bottega del barbiere Henry “Pop” Hunter (Frankie Faison) e come lavapiatti al nightclub “Paradies” del gangster Cornell “Cottonmouth” Stokes (Mahershala Ali).
Luke non vuole creare problemi: cerca di passare più inosservato il possibile e si fa pagare in nero per non aprire un conto corrente. Il passato di detenuto lo spine a non cercare le luci della ribalta. A questo si aggiungono i poteri cresciuti in prigione: una pelle praticamente invulnerabile. Per Luke questo significa voltarsi dall’altra parte di fronte alla criminalità di strada che avvolge Harlem. Gli eventi però precipitano, portandolo gradualmente ad assumere un ruolo di primo piano nella lotta ai criminali del quartiere.
Ritmo narrattivo di Marvel’s Luke Cage
Il ritmo narrativo è variabile, e segue il degenerare degli eventi. Le prime due puntate sono decisamente lente, si presentano i personaggi, il quartiere. L’atmosfera è piuttosto rilassata, anche se si percepisce la tensione di Luke nei dialoghi con Pop, la paura di impegnarsi in prima persona a causa del proprio passato oscuro. Ma il ritmo aumenta d’intensità, in un procedere sempre più incalzante di azioni e reazioni, in cui tutto sembra la conseguenza di qualcos’altro.
Le storie dei personaggi principali si dipanano lentamente, puntata dopo puntata. Sono caratterizzate da una serie di flashback che però non spezzano la narrazione. Pur essendo frammentati, non danno l’impressione di essere fuori posto. Non troverete puntate filler in cui si parla solo delle storie di questo o quel personaggio. Esse vengono svelate in maniera parallela al procedere della trama, servono a chiarire il comportamento dei protagonisti in quel momento.
Tema di Marvel’s Luke Cage
L’impegno di Luke in prima persona nella salvaguardia del quartiere, a dispetto anche della propria sicurezza personale, è il filo conduttore della serie. In questo senso, emblematica è la figura del barbiere Pop. Un ex criminale di strada redento, che ha fatto della sua bottega una sorta di santuario. Un luogo così sacro da prevedere che per ogni imprecazione venga versato un obolo di un dollaro in un apposito barattolo. Pop conosce tutti in strada, e tutti conoscono lui. L’impegno di Pop non è quello del supereroe, che avendo grandi poteri ha anche grandi responsabilità. Non è neppure l’impegno interessato dei politici, rappresentato dalla consigliera comunale Mariah Dillard (Alfre Woodard). Mariah Dillon vede nel miglioramento delle condizioni di Harlem un biglietto da barattare con fama, denaro e potere. Pop è l’uomo comune, che pur tra mille difficoltà vuole dare l’esempio e migliorare il quartiere con piccole azioni quotidiane. Proprio per la sua “normalità” non digerisce che Luke Cage, dotato di invulnerabilità e forza eccezionale, non si impegni per una Harlem migliore.
Harlem
La caratterizzazione del quartiere di Harlem è un elemento di primo piano. Infatti è causa e conseguenza insieme dei comportamenti dei protagonisti e delle vicende che si sviluppano intorno a loro. Ci sono richiami continui alla storia del quartiere ed ai protagonisti del movimento culturale nero “rinascimento di Harlem” degli anni Venti, ed il “nuovo rinascimento” degli anni Novanta- Questi non sono solo tocchi di contorno, ma nomi evocativi, capaci di far abbassare lo sguardo anche al gangster Cottonmouth. L’atmosfera è pregna di un nostalgico sguardo a chi ha fatto grande la storia del quartiere e di chi segna il presente. Senza dubbio Marvel’s Luke Cage non sarebbe lo stesso prodotto se fosse ambientato in un altro quartiere di New York.
L’evocatività dell’ambientazione si riflette e si lega alla colonna sonora, realizzata da Ali Shaheed Muhammad e Adrian Younge. La ricca storia musicare di Harlem emerge potente nelle musiche della serie. Un profondo e coinvolgente jazz, dai toni caldi ed avvolgenti, si intervalla con un hip hop rabbioso e carico. Ed ascoltando le varie tracce si rievocano alla mente le immagini del “Paradies”, con le sue atmosfere anni trenta, e quelle della strada, fatta di ragazzi con la pistola nascosta sotto un maglione di una taglia più grande.
Conclusione
In conclusione, i tredici episodi di questa prima stagione meritano di essere visti, ma avendo presente cosa stiamo guardando. Non è Marvel’s Agent of S.H.I.E.L.D., permeato di tecnologie aliene, superpoteri, spie ed esplosioni. È un prodotto diverso, che descrive l’evoluzione di un personaggio (Luke) inserito in un ambiente particolare (Harlem) che lo spinge a prendere una posizione di rilievo negli avvenimenti.
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