Quando dobbiamo scegliere se acquistare un nuovo manga possiamo essere indirizzati dalla trama proposta, dallo stile di disegno o semplicemente dal nome dell'autore. Una scelta che può essere rapida o ponderata ma, ogni volta che compiamo questa decisione, portiamo una parte di Giappone nelle nostre case. Leggendo manga non solo ci immergiamo nel mondo ideato dal mangaka ma, contestualmente, stiamo acquisendo informazioni relative a stile di vita, tradizioni e quotidianità di una nazione molto diversa dalla nostra.
Non è quindi un caso che il governo nipponico continui ad investire denaro nella diffusione di manga, anime, musica, cosplay e molto altro, come anche il nuovissimo spot per le Olimpiadi di Tokyo 2020, per rendere il Giappone una terra ricca di attrattive agli occhi degli occidentali.
Soft Power, questo il nome dell'espressione coniata dal professore di Harvard Joseph Nye, indica la capacità di influenzare il comportamento altrui ricorrendo all'attrattiva piuttosto che alla coercizione. Opposto rispetto all'Hard Power, il potere militare ed economico, il Soft Power si pone l'obiettivo di migliorare la propria immagine estera e rafforzare i rapporti con gli altri Stati senza dover ricorrere alla violenza.
Seguendo questo principio, a partire dal 2002 il Giappone lanciò una grande campagna, chiamata Cool Japan, tramite la quale diffondere la cultura nipponica nel mondo.
I personaggi dei manga sono largamente diffusi in Giappone, la cui industria fumettistica fattura oltre 400 miliardi di Yen annui, presenti in fumetti, campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione. Partendo da questa solida base è stato deciso di supportare e promuovere la loro diffusione all'estero per incentivare la curiosità delle nuove generazioni nella storia nipponica, trasformando l'arcipelago nella Terra Promessa di milioni di appassionati.
L'uso del manga è risultato indubbiamente il mezzo più rapido e incisivo sopratutto per la sua versatilità e per le diverse storie che vengono narrate. Sebbene le più famose siano incentrate su scontri e battaglie, molto diffuse sono le commedie scolastiche, romantiche o sportive, i racconti sul cibo o sulla natura: leggendo un manga ambientato in un liceo conosciamo alcune caratteristiche del sistema d'istruzione nipponico, l'organizzazione delle attività extrascolastiche, impariamo persino i modi e le terminologie utilizzate dai ragazzi per rapportarsi fra loro.
Genere tutto nipponico è poi lo Slice of Life in cui semplicemente si segue il trascorrere della vita dei protagonisti fra problemi quotidiani e piccole gioie. In questi racconti sono presenti decine di riferimenti allo stile di vita e alle caratteristiche della società giapponese, alimentando l'interesse nei lettori verso una nazione distante e differente dalla nostra.
Se da un lato ci vengono facilmente mostrate le molte bellezze e unicità del Giappone moderno, dal punto di vista storico i racconti si focalizzano sul passato più glorioso e nobile del Paese, concentrandosi sull'era di imperatori e samurai, tralasciando completamente la storia recente.
Pensiamoci bene.
Non è un caso la scarsa quantità di manga ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, le cui uniche storie raccontano gli avvenimenti legati alle esplosioni atomiche e alle loro conseguenze, tralasciando completamente ogni accadimento relativo agli anni dell'imperialismo giapponese in Asia.
Questo appunto serve per ricordarci come come ogni nazione, per quanto bella e affascinante possa sembrarci, presenterà sempre delle ombre e dei problemi che solo vivendola direttamente, studiandola con dedizione e abbracciandone le diverse sfaccettature, si potrà dire di aver compreso a fondo.
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Certo perchè noi italiani siamo pieni di fumetti che parlano del nostro ruolo durante la seconda guerra mondiale…e quei pochi che ci sono parlano solo ed esclusivamente dei partigiani.
Se imparassimo la storia dai nostri film e fumetti impareremmo che eravamo un popolo composto esclusivamente da partigiani e antifascisti che chissà come si è fatto dominare per vent’anni da 3 camicie nere in croce.