D'altronde se tiri troppo la corda qualcosa succede. Non puoi fare il terrorista e poi pretendere che non facciano satira.
Non puoi passare ogni giorno a recuperare munizioni, a lustrare il tuo kalashnikov, a ordire piani di vendetta, in pace, e sperare che nessuno si arrabbi.
Cioè, la libertà di espressione è sempre dietro l'angolo, sei stupido e arrogante se credi che “con le tue piccole pallottole” non farai arrabbiare i vignettisti.
E si sa: i fumettisti sono vendicativi.
Non te la lasciano passare liscia, magari cominciano con delle vignette di minaccia e poi fanno esplodere la mina nelle loro matite ed ecco che ci scappa il morto.
Magari entrano di colpo nel tuo seminterrato dove tieni armi rubate e ti pugnalano, ancora e ancora, con i loro pennini spargendo inchiostro ovunque.
Se tiri troppo la corda caro terrorista, non puoi lamentarti poi.
Terroristi: ve la siete andata a cercare, avete insistito, giocato con il fuoco e poi questi disegnatori integralisti nascondendosi dietro la fede della “libertà di parola” non ci hanno più visto.
Allora di chi è la vera colpa? Di questi poveri assassini oppure di quei fumettisti che non possono fare a meno di non tenersi le mani in tasca, che devono per forza disegnare guidati dalla loro “fede”?
“Se l'è cercata” dice il popolo, "non doveva mettersi a fare il terrorista se poi non voleva guai, doveva fare altro, come me".
Cioè: se ti metti a uccidere chi va a pensare che poi qualcuno si metta a fare satira su di te? Cioè. In che mondo viviamo? Sono due cose tanto lontane che una persona seria nemmeno le metterebbe nella stessa frase: essere presi in giro solo per essere un terrorista. Ve ne rendete conto?
Anche questi disegnatori integralisti hanno le loro motivazioni, dovremmo riuscire a guardare da entrambi i punti di vista, a conoscerli meglio. Perché, che ci crediate o no, se punzecchi troppo un disegnatore rischi sul serio che quello ti faccia una vignetta.
E in quel momento di chi è la colpa?
Mi chiedo se chi oggi ha scritto “se lo sono meritati” o “ se cerchi rissa è ovvio che finisci ammazzato” o i giornali che hanno dato degli stupidi a quei vignettisti possano pensarla così anche a parti invertite.
Se siete confusi su quello che è successo oggi nella redazione di Charlie Hebdo cliccate qui, per gli altri: non parleremo di libertà, eroi e assassini. Parleremo di chi, forte dello schermo, non dice altro che frasi che rafforzano il terrorismo.
Perché se dalla tua bocca, dalla tua tastiera, viene fuori una frase come “non puoi stuzzicare il cane e poi lamentarti se quello ti morde” significa che non comprendi dell'immensa fortuna che hai nell'essere libero. Significa che, forse, non te la meriti nemmeno.
Perché non fare qualcosa solo perché il terrorismo potrebbe fartela pagare è esattamente quello che un assassino desidera tu faccia. Consigliare agli altri di “tenere la cresta bassa” o pensare “bah, io nel mio piccolo tanto sto bene” è seminare terrore, non tramite proiettili, tramite stupidità.
Ed è questo il vero clima di terrore secondo me, non la paura, è l'ignoranza: la certezza di non dover fare qualcosa per le conseguenze che potrebbero esserci. Questo mi spaventa, mi terrorizza.
La tragedia di Hebdo ha un profondo significato: per avere dei nemici basta avere un'idea. E se il vostro consiglio per diminuire gli attacchi terroristici è “basta non avere idee” gli estremisti siete voi.
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Bell’articolo, trovo sempre interessanti i ribaltamenti di realtà, sono esercizi mentali davvero utili. Bellissima conclusione.
Grande Dani, concordo al 100%.
Grandissimo Rino.
c’è un comportamento simile in altre associazioni a delinquere: qualcuno la chiama mafia.
Grande articolo, ed è sempre importante ricordare che fare un lavoro necessario nonostante i rischi è dedizione, non stupidità.
Se personate la digressione, però, vorrei aprire anche una parentesi a parte per ricordare Ahmed Merabet, una delle vittime dell’attentato, poliziotto e musulmano.
Proprio perché si parla di libertà di espressione ritengo importante ricordare qualcuno che era lì per proteggere persone che facevano satira sulla sua religione.
illuminante come sempre!
Concordo Daniele, un ottimo post.