Alcune serie televisive si basano su un singolo protagonista che segue il filo di una trama. Altre serie hanno per protagonisti più persone, con differenti fili narrativi che si intrecciano tra loro. La fantasia umana è talmente illimitata, che le modalità per raccontare una storia sono praticamente infinite. Il linguaggio dei generi è nettamente mutato nel corso dell’evoluzione della settima arte, ormai non ci stupisce più di tanto trovare un horror divertente, un giallo senza tensione ma piacevole o una commedia che finisca in tragedia. Un racconto di trenta secondi, se narrato bene, vale più di ore e ore di storia. Per questo ci son racconti che vengono narrati per anni prima di una conclusione, altri che durano settimane, e altri che sono talmente brevi e interessanti che, se adeguatamente trattati, sarebbero perfetti farne una serie televisiva. Ed è proprio qui che volevamo andare a parare oggi: le serie antologiche.
Dicasi serie antologica, una serie televisiva caratterizzata da episodi o stagioni che presentano ogni volta personaggi differenti all’interno di trame differenti. E anche di serie antologiche ce ne sono a centinaia, di ogni genere.
In questi giorni siamo paradossalmente così invasi dalle informazioni che risulta veramente difficile seguire una linea indicativa. Molti di voi lo stanno riscontrando all’interno del meraviglioso mondo audiovideo: quanti di voi hanno iniziato così tante serie TV in questi giorni, da trovare difficoltoso il ricordarsi cosa era avvenuto nella puntata precedente? Bene, per ovviare a questo problema, vi proponiamo una lista di serie televisive antologiche che possano rispecchiare i gusti degli amanti di ogni genere televisivo, e da poter vedere quando, dove e come volete, senza la necessità di doversi ricordare cosa è avvenuto nella puntata precedente.
Black Mirror (2011)
Inside N°9 (2014)
Serie antologica inglese scritta, diretta e interpretata da Reece Shearsmith e Steve Pemberton. I protagonisti delle storie e le location sono diverse in ogni puntata, tutte al limite tra il comico e il grottesco; l’unico filo conduttore consiste nel fatto che ogni storia è ambientata al numero 9 di una determinata location: una villa al civico numero 9, la postazione numero 9 di un call center, il camerino numero 9 di un teatro e così via. Il risultato è un programma televisivo pluripremiato che riesce a fondere il grottesco con il comico in pieno stile britannico. Ogni puntata vede come protagonisti il duo di attori Shearsmith e Pemberton, intenti a rappresentare personaggi morfologicamente diversi in ogni storia, naturalmente truccati, pettinati e parruccati a dovere grazie alla nobile arte del camouflage, campo in cui l’Inghilterra non ha niente da invidiare a nessuno.
Love, Death & Robots (2019)
Di questa serie andrebbero scritte vagonate di libri. Nata dalla testa di Tim Miller, la serie è un insieme di racconti animati che navigano in diversi generi, come fantascienza, horror o commedia. La serie presenta un armamentario di punti di forza molto notevole: oltre ad aver tratto alcune storie dai racconti di fantascienza più incisivi degli anni ’50 e ’60, la varietà di stile di animazione, ottenuta grazie alla partecipazione di tanti studios diversi, dona decisamente un valore aggiunto a Love, Death & Robots. La prima stagione è composta da 18 episodi, tutti di durata differente tra loro (le puntate infatti vanno dai 6 ai 17 minuti). Insomma, Love, Death & Robots ha cercato di scombussolare ogni costante standard della serie televisiva media, riuscendoci maledettamente bene. Nell’attesa che la seconda stagione venga alla luce, vi invitiamo vivamente a vedere la prima, disponibile su Netflix. una delle migliori serie antologiche mai realizzate che ha diviso la critica in 2: chi la ama e chi la odia, non ci sono vie di mezzo.
Serie antologiche: The Twilight Zone (2019)
Praticamente la madre di tutte le serie antologiche, The Twilight Zone è nata nel 1953 grazie alla creatività del mitico Rod Serling. L’uomo infatti in quel periodo soffriva di un’insonnia tale da non riuscire a chiudere occhio per settimane, così la notte, per trascorrere il tempo, iniziò a scrivere un’antologia di racconti che, grazie alla fantasia che si concretizza nel limbo che esiste tra il sonno e la ragione, mantenevano tutti una logica fantascientifica al limite tra la fantasia e la realtà. Ed ecco così bell’e pronta la prima stagione di The Twilight Zone. Un successo planetario che portò molte produzioni a portarla avanti; infatti la serie originale si concluse nel 1964, dopo 5 stagioni e ben 156 episodi. Ma una miniera di idee praticamente infinita non può essere messa da parte per troppo tempo, così nel 1983 fu Steven Spielberg stesso a girare (insieme ad altri grandi autori dell’epoca) il film Twilight Zone: the Movie. Il successo di questa nuova pellicola (reso famoso anche per uno dei più tragici incidenti della storia del cinema, ma ne parleremo un’altra volta) riaccese l’interesse per la serie che, unita alla grande passione che il mondo aveva per la fantascienza cinematografica agli anni ’80, fecero sì che una seconda ondata di episodi venisse prodotta. Nacque così una nuova serie prodotta dal 1985 al 1989, composta da tre stagioni e 110 episodi. Nel 2002 tentarono di cavalcare l’onda della nostalgia, ma si fermarono ad una sola stagione con 44 episodi. L’ultima produzione è avvenuta nel 2019 con una prima stagione di 10 episodi, è stata confermata per una seconda, e sembra proprio che abbia rispolverato quel successo che ha reso la prima serie speciale.
Horrible Histories (2009)
Horrible Histories è una serie televisiva comica basata su sketch storici e musicali, ispirata agli omonimi libri di Terry Deary. In poche parole, vengono descritte innovazioni e momenti storici di rilevante importanza, il tutto in chiave comico-grottesca.
Lo show televisivo riprende lo stile grafico e gran parte del contenuto della serie di libri Horrible Histories, mantenendo un focus irriverente sugli aspetti oscuri e raccapriccianti della storia, che vanno dall’età della pietra all’era post-seconda guerra mondiale. L’ottimo travaso all’interno del mondo televisivo è dovuto al team creativo della serie, reclutato in gran parte reclutato dalla scena della commedia per adulti nel Regno Unito. Oltretutto si sono ispirati a classici britannici della commedia storica, come i film di Blackadder (una serie pseudostorica con protagonista Rowan Atkinson) e quelli dei Monty Python. Il risultato è una delle serie antologiche più simpatica, divertente, demenziale, grottesca e allo stesso tempo molto istruttiva riguardo stile di vita dei popoli passati.
Se volete farvi un’idea dei contenuti di questo show, guardate il video qui sopra. Il mix di comicità, disgusto e generale aderenza storica che troverete in Horrible Histories è già tutto lì.
Serie antologiche: Modern Love (2019)
Modern Love è la nuova serie antologica approdata sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video nel 2019. La serie esplora l’amore nelle sue molteplici forme: l’amore sessuale, romantico, familiare, platonico e per sé stessi. Ogni puntata presenta attori differenti in situazioni differenti rispetto alla puntata precedente. Sono proprio gli interpreti a dare uno sprint in più alla serie: all’interno del cast che la compongono possiamo notare Anne Hathaway, Tina Fey, nientepopodimeno che la prima donna a capo degli autori di Saturday Night Live, Dave ‘The Millionaire’ Patel, Cristin Milioti e Andrew Scott solo per citarne alcune. La serie ha delle origini molto particolari: è tratta da Modern Love, una famosa rubrica del New York Times che racconta di storie d’amore, belle o brutte che siano, sempre reali. Nonostante abbiano una sola puntata a disposizione per raccontare la loro storia, Modern Love non tratta il suo argomento principale con superficialità: i protagonisti vengono analizzati in una lettura talmente profonda, da dare una prospettiva umana ed intima ad ogni singolo racconto.
Amazing Stories (2020)
Una serie antologica fantascientifica che ha debuttato il 6 marzo su Apple TV+ con una stagione composta da 5 episodi. È ispirata all’omonima serie prodotta alla fine degli anni ’80. Ma andiamo con ordine.
La prima versione di Amazing Stories fu curata e ideata dal mitico Steven Spielberg, e andò in onda per due stagioni, dal 1985 al 1987. Il titolo fu tratto da un’omonima rivista di fantascienza pubblicata dal 1926 al 2005, tanto amata dal registain tenera età.
Si presentava come una serie TV antologica in cui ogni puntata veniva narrata un’avventura fantascientifica, con attori e situazioni totalmente diverse tra loro. Le regie erano affidate a illustri registi di Hollywood, come Clint Eastwood, Martin Scorsese e ovviamente anche Spielberg stesso che diresse due episodi. Tuttavia, nonostante la candidatura a 12 Emmy Award (di cui 5 vinti), le grandi regie e un cast che presentava molti attori importanti, la serie non decollò e chiuse dopo 45 puntate. Anche questa però era un’idea troppo ghiotta per lasciarla dimenticata in un angolo, così Apple TV+ decise di rispolverala, analizzarla, eprodurne una nuova serie, con storie completamente differenti, con l’unico fattore di collegamento sito nella costante fantascientifica.
Serie antologiche: Creepshow (2019)
La serie è ispirata al film a episodi del 1982 diretto da George Romero e scritto da Stephen King. Il film può essere considerato un omaggio dei due maestri ai fumetti horror americani pubblicati fino agli anni ’50, quando la censura diede il meglio di sé e decise di dare un taglio netto a quelle pubblicazioni.La serie Creepshow, distribuita sulla piattaforma streaming Shudder, si basa su episodi sviluppati da Greg Nicotero (ferratissimo nel campo delle tematiche horror, in quanto truccatore e creatore di effetti speciali per film come La Casa 2, Il Giorno degli Zombi, Nightmare 5, L’Armata delle Tenebre e un’infinità di altre pellicole dello stesso genere) e Joe Hill (che, oltre ad essere il figlio di Stephen King, è il bambino protagonista del film del 1982). Se siete amanti del classico horror anni ’80, con morti, sangue e colpi di scena, questa è la serie che fa per voi.
True Detective (2014)
Chi lo dice che le serie antologiche devono per forza cambiare storia ad ogni puntata? Alcune avventure possono durare un’intera stagione, per poi cambiare totalmente alla successiva; ne è un esempio lampante True Detective.
Serie concepita di modo che ogni stagione avesse protagonisti e storie differenti, True Detective non ha fatto in tempo ad andare in onda, che già tutti si erano innamorati di lei. Una prima stagione meravigliosa, con interpreti Matthew McConaughey e Woody Harrelson, intenti ad interpretare due detective alle prese tra una strana serie di omicidi e una valanga di dialoghi concentrati su filosofia pessimistica, antinatalista e nichilista. Ed è forse questo senso di sfiducia che hanno i protagonisti nei confronti del mondo che dà alla serie quella marcia in più. La stagione successiva ha funzionato meno con il pubblico, ma il ritorno sugli schermi a distanza di tempo con la terza sembra aver ritrovato parte della magia originale. Chissà cosa ci attenderà nella quarta…
American Horror Story (2011)
Anche questa serie antologica suddivide le sue avventure in stagioni e non in puntate. Ogni ciclo prodotto è più o meno interpretata dagli stessi attori, che però ricoprono ruoli diversi in situazioni differenti rispetto al passato. La serie tende a rispecchiare uno stile horror ben preciso per ogni storia che viene raccontata, in scenari molto caratteristici che vanno dal manicomio alla casa stregata, dal circo dei Freak ai camping infestati da assassini, il tutto mantenendo una tensione che è riuscita a tenere in piedi questa serie per nove stagioni. Una particolarità della serie consiste nel fatto che i vari racconti sono a volte collegati tra loro attraverso personaggi presenti in più storie (come ad esempio Pepper, personaggio che troviamo sia in Asylum che in Freak Show). La serie è nota, oltre per la presenza di presenze sovrannaturali, anche per i suoi riferimenti ad assassini realmente esistiti, particolarità che dà quel tocco inquietante in più che ad una serie di genere non guasta mai.
Serie antologiche +1: 24
E voi? avete qualche serie antologica da proporci?